mercoledì 31 ottobre 2007

Baby Down conquista la Spagna!!

Altre notizie dalla Spagna, questa volta però è una buona notizia.
Ha occhi, naso, bocca, mani, piedi, come i milioni e milioni di bambole vendute in tutto il mondo. Ma quella che sta andando a ruba, in tutta la Spagna, è un esemplare diverso dal solito, con una caratteristica molto particolare: il suo nome è Baby Down, e i suoi tratti somatici sono quelli di un bebè con la sindrome di Down.

Immessa sul mercato spagnolo al prezzo di 25 euro - tre dei quali andranno a favore della Fundacion Down Espana - la bambola è disponibile nella versione femminile e maschile. E, a quanto pare, sta incontrando il favore dei consumatori, che, sempre più numerosi, decidono di acquistarla. Attratti, probabilmente, da quello che è l'obiettivo esplicito dell'operazione: oltre a incrementare i fondi della Ong, lo scopo infatti è quello di favorire "l'integrazione nella società" delle persone affette da questa alterazione cromosomica.

"Baby Down non ha nulla di speciale", ha spiegato la portavoce dell'azienda produttrice, solo i tratti caratteristici di un bebè con la sindrome, "con le dita un po' separate e la lingua un pochino all'infuori".

La bambola, le cui vendite hanno superato le aspettative persino dei distributori, è concepita perché si conoscano le necessità dei bambini affetti dalla sindrome; ed è accompagnata da un foglietto che spiega quali sono le attività che si possono fare per sviluppare le capacità dei piccoli con l'alterazione cromosomica nota come Trisomia 21.

testo tratto da Repubblica.it

Sono proprio contento, finalmente una bella notizia. Con tutto quello che si sente ogni singolo giorno, questa piccola notizia mi aa rasserenato la giornata. E' bello vedere come in Spagna, si cerchi di venire incontro alla ricerca e all'integrazione della persone affette dalla sindrome di Down.

Secondo voi questo prodotto o un simile potrebbe avere successo in Italia?

lunedì 29 ottobre 2007

Un spot contro la Corrida. Troppo violento!! Teniamoci la corrida..

Paradossi dei nostri tempi.
In Francia è stato girato un bello spot contro le corride, poi ritenuto troppo cruento e mai mandato in onda. Censurano uno spot e si tengono le corride.
Lo spot è stato realizzato dalla "Société protectrice des animaux" (SPA).
Intanto, qualcosa pare muoversi nella direzione animalista: la TVE, televisione spagnola, potrebbe essere la prima emittente a rifiutare categoricamente di trasmettere corride.

testo tratto da Blog Censurato.

domenica 28 ottobre 2007

Lotta alla Prostituzione con You tube

Il mestiere più antico del mondo? "No, la più antica vittimizzazione delle nostre madri, figlie, mogli e sorelle". E' questo il motto di John TV, un sito per sensibilizzare sul dramma della prostituzione.

A crearlo è Brian Bates, un vero e proprio reporter-moralizzatore dotato di telecamera, per mettere alla gogna mediatica padri di famiglia e professionisti beccati a spasso con le prostitute in Oklahoma. Ma in principal modo Brian vuole difendere i minori coinvolti, anche indirettamente, e fermare la prostituzione di strada. Ogni suo reportage finisce sul suo canale in YouTube (salvalo nei Siti Preferiti).

In uno dei suoi video - quello che vi mostriamo in basso - riprende (sin dal primo contatto) una "coppia" che parcheggia in pieno giorno in una strada frequentata anche da bambini. La donna addirittura esce dall'auto per spogliarsi. Il tutto testimoniato dal puntuale reportage fornito di commenti in video.

Tutti i video di Brian ( qui la nostra fotogallery che illustra gli altri casi) si chiudono con il contatto diretto: il reporter si avvicina all'auto e tenta un dialogo 'moralizzante' con il cliente (chiamato genericamente John, da qui il nome del sito). Le reazioni sono di tutti i tipi: imbarazzo, scuse, rabbia, fuga. Spesso arriva anche la macchina della Polizia che arresta le persone coinvolte. In ogni caso, l'obiettivo del video-vigilante è raggiunto.

testo tratto da Excite Italia

venerdì 26 ottobre 2007

Global War-ming...

Allora vogliamo veramente continuare a vivere fottendocene bellamente della Natura??

mercoledì 24 ottobre 2007

La soluzione Finale!!


Mastella è indagato per abuso d’ufficio, finanziamento illecito ai partiti, concorso in truffa nell’ambito di finanziamenti europei e nazionali da De Magistris. Appena lo sa ne chiede il trasferimento. Non ci riesce. De Magistris diventa l’indagato. Qualcuno fa uscire notizie riservate dalla Procura di Catanzaro. De Magistris riceve una busta con delle pallottole. Va avanti lo stesso. Mastella minaccia di mandare a casa Prodi a primavera. L’inchiesta è subito tolta a De Magistris. E’ finita qui?

Si, è finita, ma per il centro sinistra. E’ morto, defunto. Nessun partito ha chiesto le dimissioni di Mastella. Vergogna. In un Paese normale Mastella sarebbe a Ceppaloni a raccogliere pomodori. E Prodi, anche lui indagato? E' sereno. Il giudice non c’è più e oggi, insieme al compare Mastella, è a Napoli per ricevere il Papa.

Marco Travaglio ha inviato a Grillo una lettera sulla soluzione finale.

Caro Beppe,
due settimane fa, ad Annozero, avevo evocato Licio Gelli e il Piano di rinascita della P2 e me ne hanno dette di tutti i colori. In realtà, ero stato troppo ottimista. Ormai siamo oltre Gelli, oltre la P2. Siamo al golpe politico-giudiziario.
Per una volta, inseguire gli aspetti tecnico-giuridici della decisione del Procuratore generale di Catanzaro di strappare di mano l’inchiesta “Why Not” su Prodi, Mastella & C. al titolare, cioè al pm Luigi De Magistris, è inutile e fuorviante. Meglio andare subito alla sostanza, che è questa: il magistrato che aveva raccolto elementi sufficienti per indagare Mastella per abuso, truffa e finanziamento illecito, cioè riteneva di aver trovato i soldi, non potrà portare a termine la sua indagine, ormai in dirittura d’arrivo.

Il fascicolo passerà a un altro magistrato, che impiegherà mesi per studiarsi tutti gli atti. E, se non vorrà fare la fine di De Magistris - attaccato da destra e da sinistra, difeso da nessuno, ispezionato per mesi e mesi, trascinato dinanzi al Csm, proposto per il trasferimento immediato e infine espropriato del suo lavoro - ascolterà l’amorevole consiglio che gli danno il governo e l’opposizione una volta tanto compatte: archiviare tutto, lasciar perdere, voltarsi dall’altra parte.

Checchè se ne dica, questa non è una questione privata fra De Magistris e Mastella. Questa è la soluzione finale dopo vent’anni di guerra della politica alla Giustizia. E’ il coronamento del sogno dei vari Gelli, Craxi e Berlusconi di fermare sul nascere le indagini sul potere. Gelli, Craxi e Berlusconi, nella loro ingenuità, pensavano che per farlo occorresse modificare la Costituzione, scrivendoci che la carriera dei pm è separata da quella dei giudici e che le procure devono obbedire al governo.
Mastella e chi gli sta dietro hanno capito che non occorre cambiare le norme: basta creare le condizioni di fatto perché tutto ciò accada. Appena un pm apre un fascicolo sugli amici di un ministro, se ne chiede il trasferimento (del pm, non del ministro). Anche se la richiesta non sta in piedi, non importa: quando il magistrato arriverà al sodo, salendo di livello dagli amici del ministro al ministro stesso, il ministro sosterrà che il pm lo fa perché ce l’ha con lui.

E, col gioco delle tre carte, riuscirà a convincere qualche alto magistrato a scambiare le cause con gli effetti e a scippare l’indagine al pm per “incompatibilità”. Come se fosse il pm ad avercela col ministro, e non il ministro ad avercela col pm. Si chiama “guerra preventiva”, e non l’ha neppure inventata Mastella. L’aveva già teorizzata Mao: “Colpirne uno per educarne cento”. Funziona.”

Marco Travaglio

testo tratto dal sito di Beppe

lunedì 22 ottobre 2007

Fermiamo il Femminicidio di Ciudad Juarez


Marisela Ortiz Presidente dell'associazione vittime di Ciudad Juarez, la città messicana di confine con gli Stati Uniti dove dal 1993 ad oggi sono state uccise 413 donne e 600 sono scomparse. Senza colpevoli.

Per gli omicidi di Ciudad Juarez è stato creato il neologismo "femminicidio". Come è stato possibile? Dire come è possibile dato che gli omicidi continuano ancora oggi. Quattrocento tredici sono le vittime che dichiarano le autorità mesicane ma dati certi non esistono, si parla di migliaia di donne uccise e scomparse.

Cosa succede a Ciudad Juarez (1,3 milioni di abitanti) ? In questa zona, dopo gli accordi del libero scambio con gli Stati Uniti, il Nafta sono state installate le maquillarodoras, aziende che assemblano le nostre tv, i nostri computer che manodopera e che impiegano donne perchè le donne sono più responsabili, non mancano mai dal lavoro, non si ubriacano, come spesso fanno gli uomini...

E cosa c'entrano gli omicidi?
Questo è il contesto. Dietro a questi assassini ci sono clan mafiosi, i narcotrafficanti. Juarez è ormai il centro nevralgico del traffico di droga con gli Stati Uniti (essendo a pocki km da El paso, Texas) Questi clan pretendono riti di iniziazione per i membri che vogliono entrare e chiedono il sacrificio di donne per dimostrare di essere all'altezza. A Ciudad Juarez vivono moltissime donne sole che vengono per lavorare.

Nessuno crede ad un serial killer? E' quello che le autorità volevano far credere all'inizio: molti omicidi sono stati commessi allo stesso modo, ragazze tra i 10 e 35 anni vengono catturate di notte mentre vanno a lavorare nelle maquilladoras, vengono stuprate, soffocate, uccise, poi viene loro amputato il seno destro e e strappato il capezzolo sinistro. Ma adesso anche loro riconoscono il coinvolgimento del crimine organizzato.

A Ciudad Juarez è stato perfino mandato il più famoso agente dell'FBI, al quale si è pure ispirato il regista di X-Files per costruire il protagonista di Fox Mulder, e nemmeno lui è riuscito a trovare il colpevole, come mai? Perchè le persone coinvolte sono pezzi grossi, delgi intoccabili.

Sono state chimate in causa anche potenti famiglie messicane che hanno finanziato la campagna elettorale del ex Presidente Fox. Potrebbe essere ma non ci sono prove su questo.

L'Egiziano/ statunitense Abdel Sharif, arrestato nel 1995 e condannato a 30 anni per uno degli omicidi (e sospettato per altri sette) dichirò che avrebbe fatto il nome del vero colpevole. Non ce lo dirà mai perche Abdel è stato ucciso recentemente in carcere.

Perchè le vostre cifre non coincidono con quelle ufficiali?
Perchè le autorità spesso dicono che le donne sono prostitute, drogate, donne poco per bene o uccise da violenze domestiche. Inoltre adesso i corpi non vengono ritrovati così che le statistiche ufficiali degli omicidi possono restare immutate.

Sempre secondo i dati ufficiali quest'anno sono state uccise "solo" 11 donne? Ecco appunto, a noi risulta oltre novanta fra uccise e scomparse.

Lei ha creato l'Associazione Nuestra Hijas de Regresto a Casa. Perchè questa scelta? Io sono stata insegnante di Lilia Alejandra Garcia Andrate che a 17 anni è stata ritrovata morta dopo 5 giorni di torture e sevizie. Le autorità hanno raccontato una serie di falsità e così ho deciso di fondare insieme alla madre di Lilia questa associazione. Una rete di famigliari delle vittime per dare impulso alla giustizia ma soprattutto per aiutare i figli delle giovani donne uccise ad avere un fitiro migliore.

Ed è riscita nell'impresa?
Giustizia ancora non l'abbiamo ottenuta però stiamo viaggiando molto all'estero perchè il presidente Calderon (attuale presidente del Messico ndr) è molto interessato all'immagine del suo paese.

A maggio lei è venuta in Italia per incontrare il presidente della Camere Fausto Bertinotti cosa le ha detto? Ha detto che si sarebbe impegnato per un'interpellanza parlamentare italiana per sollecitare il presidente messicano a fare giustizia e così è stato. Il presidente Calderon durante la visita in Italia, per la prima volta ha parlato in pubblico del problema, è un bel passo avanti.

Su Ciudad Juarez è stato girato un film, Bordertown, con Jennifer Lopez e Antonio Banderas. Vi ha aiutato? Moltissimo, il fatto che si parli di questa vicenda è di estrema utilità per far muovere le autorità messicane. La questione non è se un giorno avremo giustizia quando avremo giustizia.

Intervista di Federico Bastiani, tratto dal City di Milano del 22/10/2007

domenica 21 ottobre 2007

In questo momento 854 milioni di persone al mondo soffrono la fame

Ogni giorno quasi 16.000 bambini muoiono per problemi legati alla mancanza di cibo, un bambino ogni 5 secondi. Eppure al mondo c'è cibo sufficiente per sfamare tutti.

Più di dieci anni fa i governi hanno preso l'impegno di dimezzare entro il 2015 il numero di persone affamate. Attualmente, nonostante questo obiettivo, nella maggior parte del mondo il problema della mancanza di accesso al cibo è aumentato.

La fame non ha cause naturali, ma è la conseguenza di scelte politiche sbagliate!

TU PUOI FARE LA DIFFERENZA!

Costringi i governi a rispettare le promesse fatte.

Firmate la petizione on line

Il governo vuole imbavagliare Internet


Ricardo Franco Levi, braccio destro di Prodi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha scritto un testo per tappare la bocca a Internet.

Il
disegno di legge è stato approvato in Consiglio dei ministri il 12 ottobre. Nessun ministro si è dissociato. Sul bavaglio all’informazione sotto sotto questi sono tutti d’accordo. La legge Levi-Prodi prevede che chiunque abbia un blog o un sito debba registrarlo al ROC, un registro dell’Autorità delle Comunicazioni, produrre dei certificati, pagare un bollo, anche se fa informazione senza fini di lucro.

I blog nascono ogni secondo, chiunque può aprirne uno senza problemi e scrivere i suoi pensieri, pubblicare foto e video.
L’iter proposto da Levi limita, di fatto, l’accesso alla Rete. Quale ragazzo si sottoporrebbe a questo iter per creare un blog?

La legge Levi-Prodi obbliga chiunque abbia un sito o un blog a dotarsi di una società editrice e ad avere un giornalista iscritto all’albo come direttore responsabile. Il 99% chiuderebbe. Il fortunato 1% della Rete rimasto in vita, per la legge Levi-Prodi, risponderebbe in caso di reato di omesso controllo su contenuti diffamatori ai sensi degli articoli 57 e 57 bis del codice penale.

In pratica galera quasi sicura.
Il disegno di legge Levi-Prodi deve essere approvato dal Parlamento. Levi interrogato su che fine farà il blog di Beppe Grillo risponde da perfetto paraculo prodiano: “Non spetta al governo stabilirlo. Sarà l’Autorità per le Comunicazioni a indicare, con un suo regolamento, quali soggetti e quali imprese siano tenute alla registrazione. E il regolamento arriverà solo dopo che la legge sarà discussa e approvata dalle Camere”.

Prodi e Levi si riparano dietro a Parlamento e Autorità per le Comunicazioni, ma sono loro, e i ministri presenti al Consiglio dei ministri, i responsabili.
Se passa la legge sarà la fine della Rete in Italia. Il blog di Beppe Grillo non chiuderà, se sarò costretto si trasferirà armi, bagagli e server in uno Stato democratico.

Ps: Chi volesse esprimere la sua opinione a Ricardo Franco Levi può inviargli una mail a : levi_r@camera.it

testo tratto da Beppe Grillo

Quindi cari amici, ISOLA DI PAROLE TEORICAMENTE E' IN PERICOLO DI CENSURA!!!!

mercoledì 17 ottobre 2007

Diego Garcia, la storia


Questo articolo è tratto da "Il Manifesto" del 12 Ottobre 2004:

Diego Garcia, paradiso venduto da sua maes
tà.
Deportati altrove per far posto a una base Usa, gli isolani n
on si arrendono JOHN PILGER. A volte basta una tragedia, un solo crimine per spiegare come funziona l'intero sistema che si nasconde dietro un'apparente democrazia, per aiutarci a capire quanta parte del mondo si dà da fare a favore dei potenti e come sanno mentire i governi.

Per comprendere la catastrofe dell'Iraq, e di tutti gli altri Iraq disseminati lungo la scia di sangue e lacri
me della storia imperiale, è sufficiente soffermarsi sul caso dell'isola Diego Garcia. La storia di Diego Garcia è sconcertante, quasi incredibile.

Colonia britannica nel mezzo dell'Oceano I
ndiano a metà strada fra Africa e Asia, Diego Garcia è una delle sessantaquattro isole coralline dell'arcipelago delle Chagos, un fenomeno di bellezza naturale e, un tempo, paradiso di pace.

I telegiornali ne parlano di sfuggita: «La scorsa notte bombardieri americani B-52 e Stealth sono
decollati verso l'Iraq (o l'Afghanistan) dall'isola britannica disabitata di Diego Garcia».Dietro la parola «disabitata» si celano gli orrori che la videro protagonista.
Negli anni Settanta il ministro della difesa britannico pronunciò questa epica menzogna: «Nei nostri archivi non c'è traccia né di popolazione né di evacuazione dall'isola». I primi insediamenti a Diego Garcia risalgono alla fine del diciottesimo secolo, quando oltre duemila creoli vivevano in tranquilli e fiorenti villaggi, avevano una scuola, un ospedale, una chiesa, una prigione, una ferrovia, un porto e una piantagione di copra.
Un filmato girato da alcuni missionari negli anni Sessanta miha fatto capire perché tutti gli abitanti dell'arcipelago che ho incontrato la defin
iscono un paradiso; in una sfocata sequenza gli adorati cani degli isolani catturano i pesci della laguna un tetto di fronde di palma.

La fine del paradiso iniziò nel 196
1, quando un contrammiraglio americano sbarcò sull'isola e decise di farne quella che oggi è una delle basi americane più grandi del mondo. Al momento vi si trovano più di duemila soldati, l'ancoraggio di trenta navi da guerra, un deposito nucleare, una stazione satellitare, vie commerciali,locali, un campo da golf.
Gli americani la chiamano «Camp Justice». Cospirazione segreta durante gli anni Sessanta il governo laburista
inglese di Harold Wilson cospirò in gran segreto con due amministrazioni americane per «ripulire» e «bonificare» le isole: queste furono le parole utilizzate. I documenti rinvenuti nei National Archives di Washington e nel Public Record Office di Londra offrono un clamoroso resoconto delle menzogne ufficiali adottate - menzogne fin troppo familiari per chi ha raccontato quelle sull'Iraq.

Per liberarsi della popolazione il ministero degli esteri britanni coinventò un pretesto: gli isolani erano lavoratori con contratto a tempo determinato e potevano essere «rispediti» a Mauritius, distante circa mille miglia. In realtà, molte persone abitavanol'isola da cinque generazioni, come testimoniavano i loro cimiteri. Lo scopo, come scrisse un ufficiale del ministero degli esteri nel gennaio 1966, «è di convertire gli attuali cittadini in residenti(...) temporanei a breve termine».

I documenti rivelano anche una dispotica attitudine alla violenza. Nell'agosto 1966 sir Paul Gore-Booth, sottosegretario permanente del ministero degli esteri, scrisse: «Non dobbiamo cedere di un passo.Lo scopo dell'operazione era di conquistare degli scogli che continueranno a essere nostri. Non rimarranno indigeni, a eccezione dei gabbiani».
Segue una nota scritta a mano da D. H. Greenhill, poi barone Greenhill: «Insieme ai gabbiani c'è qualche Tarzan e qualche Venerdì...».

Sotto il titolo di «Avallare la finzione», un altro ufficiale esortai colleghi a ridefinire la popolazione come «nomade» e a «stabilire una regolamentazione in corso d'opera

Non una parola per le vittime. Un solo ufficiale sembrò paventare un'eccessiva esposizione e giudicò «estremamente inopportuno dichiarare, in modo più o meno fraudolento, che quella gente apparteneva a un altro luogo».
I documenti dimostrano che l'operazione di copertura fu approvata dal primo ministro e da almeno tre ministri di governo.«Gassate i cani».

All'inizio gli isolani vennero ingannati e indotti ad andarsene. Chi si trovava a Mauritius per cure mediche urgenti non poté ritornare. Mentre gli americani cominciavano ad arrivare per costruire la base,sir Bruce Greatbatch, governatore delle Seychelles incaricato della «bonifica», ordinò che tutti i cani di Diego Garcia venissero uccisi.
Quasi mille animali furono radunati ed eliminati con
i gas di scarico dei veicoli militari americani. «Portarono i cani in una fornace dove lavoravano i nostri», racconta Lizette Tallatte, oggi sessantenne, «e mentre i cani ci venivano strappati via sotto gli occhi, i bambini strillavano e piangevano».

La gente lo prese come un avvertimento. Chi era rimasto fu caricato sulle navi e poté portare con sé solo una valigia. Si lasciarono dietro le loro case, i mobili, le loro vite. Durante un burrascos oviaggio di sola andata, i cavalli della compagnia della copra occuparono il ponte, mentre donne e bambini furono costretti a dormire su un carico di guano. Arrivati alle Seychelles, vennero condotti a passo di marcia in una prigione sulla collina dove rimasero fino
al trasferimento a Mauritius. Lì vennero scaricati sulla banchina. Durante i primi mesi di esilio, la lotta per la sopravvivenza fu segnata da frequenti suicidi e morti dei bambini.

Lizette ha persodue figli. «Il dottore disse che non poteva curare la tristezza»,ricorda. Rita Bancoult, oggi settantanovenne, ha perso due figlie e un figlio. Racconta che quando il marito seppe che non sarebbero più potuti tornare a casa, ebbe un infarto e morì. La comunità di DiegoGarcia fu devastata dalla disoccupazione, dalla droga e dalla prostituzione, fenomeni un tempo sconosciuti. La sua gente ha ricevuto un risarcimento dal governo britannico solo dopo più di un decennio: meno di tremila sterline a testa, troppo poche per coprirei debiti.

Blair, il peggiore.
Il comportamento del governo di Tony Blair può definirsi per molti ver
si il peggiore di tutti. Nel 2000 gli isolani avevano riportato una storica vittoria presso l'Alta corte, che giudicò illegale la loro espulsione. Ma a poche ore dalla sentenza, il ministero degli esteri dichiarò che gli isolani non avrebbero potuto tornare a DiegoGarcia per via di un «trattato» con Washington - di fatto un accordo tenuto segreto dal parlamento e dal Congresso degli Stati uniti.
Uno «studio di fattibilità» avrebbe giudicato la possibilità diinsediamento sulle altre isole dell'arcipelago.

L'iniziativa è statadefinita dal professor David Stoddart, autorità mondiale sulle isole Chagos, «una complessa e
inutile sciarada». Lo «studio» non ha consultato neanche un isolano e ha rilevato che le isole stavano «sprofondando», una bella novità per gli americani che stanno costruendo sempre più infrastrutture; la marina degli Stati Uniti arriva a descrivere le condizioni di vita come «incredibili».

Nel 2003, nel corso di un'altra ormai famigerata causa presso l'Altacorte, gli isolani si videro negare anche il risarcimento.
La corte permise all'avvocato del governo di aggredirli e umiliarli durante le loro deposizioni mentre il giudice Ousley parlava al plurale, come se la corte e il ministero degli esteri formassero un'unica fazione. Lo scorso giugno il governo si è appellato a un'antica prerogativa reale per annullare la sentenza del 2000.

È stato emanato un decreto che bandisce per sempre gli isolani dalla loroterra. Quarant'anni fa lo stesso potere totalitario decretò in segreto la loro espulsione. Blair se ne è servito per autorizzare l'attacco illegale all'Iraq. Guidati da un uomo fuori dal comune, l'elettricista Olivier Bancoult, e supportati dal tenace e valente avvocato londinese Richard Gifford, gli isolani sono pronti ad affrontare la corte europea e ad andare anche oltre.

L'articolo 7 dello statuto del Tribunale penale internazionale descrive la «d
eportazione o iltrasferimento forzato di popolazioni (...) con l'espulsione o altriatti coercitivi» come un crimine contro l'umanità. Mentre i bombardieri di Bush decollano dal loro paradiso, la gente delle isole Chagos, afferma Olivier Bancoult, «non permetterà che sicommetta questo crimine. Il mondo sta cambiando; vinceremo»

Aquilarossa & Mirco_siri

Il testo è tratto dal Blog Amico Diego Garcia

Uranio Impoverito, la triste verità...


Sono più di 15 anni che uomini di buona volontà, giornalisti compresi, lavorano, difendendosi da attacchi più o meno pesanti, per non parlare di intimidazioni più o meno velate, per informare che l'uranio impoverito (D.U. -depleted uranium-, è la scoria, lo scarto, ottenuti dalla lavorazione dell'arricchimento dell'U235 per la produzione di energia nucleare) contenuto nei proiettili è cancerogeno e, si badi bene, non perché sia potenzialmente radioattivo (gli scettici in buona e mala fede e i detrattori della cancerogenesi da D.U. spesso ribaltano gli studi in tal senso, parlando esclusivamente di radioattività), ma perché è un metallo pesante contenuto nel penetratore che al potente impatto contro l'obiettivo si polverizza e la maggior parte dell'uranio esplode in frammenti incandescenti essendo il D.U altamente piroforico.

Questo processo scatena tonnellate di nanopolveri, micidiale aerosol inalato e deglutito da civili e militari, che stanziano nel suo raggio d'azione (elevatissimo visto che l'aria le veicola velocemente), per non parlare dei proiettili inesplosi i cui “dardi”conficcati nel sottosuolo col tempo disperdono le sostanze venefiche che l'acqua trasporta in tutta la catena alimentare. Da anni il D.U. ha sostituito il piombo nelle munizioni e le guerre degli ultimi lustri hanno sparso ovunque migliaia di tonnellate di polveri maledette.

L'informazione globale ha pressoché eluso, accantonato, sminuito, sottaciuto il gravissimo fenomeno, uniformandosi al comportamento delle Forze Armate planetarie che a loro volta dettavano (dettano) input ai governi.

Tra questi governanti fece scalpore Alice Mahon parlamentare inglese laburista , che diede le dimissioni perché incapace di sostenere un governo che utilizzava D.U. e fosforo bianco…Grazie, appunto, agli uomini di buona volontà lo stato italiano non poté astenersi dall'indire commissioni d'inchiesta, da quella chiamata Mandelli con risultati assolutamente discutibili, alla penultima (2006) presieduta dall'on.

Franco che finalmente stabiliva, quanto meno, disposizioni per conguagliare indennità di servizio fino ad allora risibili. 170 milioni di euro disposti nella successiva finanziaria, ma ancora oggi a bagnomaria, in attesa di quantificare metodi e criteri di suddivisione agli aventi diritto.

E siamo all'attuale commissione, presieduta dall'on. Menapace, portata avanti con passione e particolare impegno anche dalla sen. Franca Rame che lamenta lentezza e si rammarica per non poter fare di più, sostenendo che si è fatto troppo poco.

Il ministro della difesa Parisi ha riferito che gli italiani ammalati di tumore dopo aver prestato servizio all'estero negli ultimi dieci anni sono 255 di cui 37 deceduti, aggiungendo che quelli ammalati senza andare all'estero sono 1427, ma non è chiaro se questi abbiano operato in poligoni di tiro nazionali, del resto il ministro sostiene che l'Italia non ha mai fatto uso di armamenti all'uranio impoverito, né risulta che nei nostri poligoni altri possano averlo utilizzato, a meno di dichiarazioni mendaci degli utilizzatori stranieri che, prosegue il ministro, non si vuole neppure ipotizzare…

Queste dichiarazioni hanno scatenato levate di scudi da parte di coloro, parlamentari compresi, che non concordano con questi dati e per i numeri e per i luoghi ove si è sparato D.U. La Sardegna annovera più poligoni utilizzati anche da privati ed è qui che si provavano le armi: si può sostenere che non sia mai stato usato il D.U., metallo a costo zero e più pesante del piombo? E perché mai? E tutti i civili ammalati residenti nei pressi di quei poligoni o quei civili che venivano utilizzati per bonificare i siti?

Domenico Leggiero (già) consulente di questa inchiesta parlamentare dissente dai dati forniti dal ministro. Leggiero è responsabile dell'Osservatorio Militare e da anni assiste i familiari dei deceduti e i malati tornati dalle missioni. Già di suo ne ha contati ben più del ministro. Dai suoi studi e dai documenti ottenuti in qualità di consulente i numeri risulterebbero ben più alti, si parla di 2.536 ammalati e più di 158 morti e questi numeri li ha sottoposti alla presidente di commissione e, non pago delle spiegazioni ottenute, ha ufficializzato i suoi elaborati e la documentazione dichiarandoli pubblicamente alle reti televisive nazionali, anteponendo così la rappresentanza dell'Osservatorio alla riservatezza cui era tenuto quale consulente di commissione d'inchiesta (equiparabile a operato di magistratura) e dalla diffida si è passati ad allontanarlo.

Non ci compete entrare nel merito del fatto. Il prendere atto delle parole del ministro si. E' lecito domandarsi con quale criterio verranno distribuiti i 170milioni stanziati. La causa/effetto, dice il ministro, è ancora oggetto di verifica, ma allora siamo punto e a capo.

Ci viene detto che ci sono (solo) 218 ammalati e 37 morti di cancro (la chiamiamo sindrome dei Balcani, giusto per capirci?) e 1427 ammalati non da balcanica sindrome perché sono stati qui, ma non si sa bene però dove: nei poligoni o no? Nei poligoni però non si è sparato uranio impoverito quindi rimane un punto interrogativo che noi, consentiteci, mettiamo dopo questa frase: a distanza di più di 15 anni siamo ancora a questo punto…Non è che per caso quei soldi finiranno a conguagliare tutte le cause di servizio elargite fino ad ora a tutti i militari aventi diritto (stress compresi)?

Speriamo di no perché ne rimarrebbero proprio pochi a meno che vengano considerati solo (ancora “solo”) i 255 contagiati da sindrome estera, mentre per gli altri “non meglio identificati” si prolungheranno evidentemente le inchieste così magari, se si riuscirà a capire finalmente quanti sono (effettivamente), ci aggiungiamo anche quelli che risultano a Leggiero come le fonti ufficiali, in qualità di consulente, gli hanno trasmesso…

testo tratto da MegaChip

martedì 16 ottobre 2007

In Italia aumento esponenziale di rifiuti riciclati


Dal 1998 al 2006 la raccolta dei rifiuti riciclati si è raddoppiata

Ottimi i risultati dell’industria del riciclo nel nostro paese: è stata raggiunta, infatti, la percentuale del 55,5% di riciclo dei rifiuti da imballaggi imposta dall’Unione Europea. Ad attestarlo un documento recentemente approvato dalla Commissione Ambiente della Camera dei Deputati a seguito di un’indagine conoscitiva.

Dal 1998 al 2007 si è assistito ad un sostanziale raddoppio dei rifiuti recuperati. Una piccola rivincita dell’Italia, proprio in coincidenza di una sentenza di condanna della Corte di Giustizia Europea che nei mesi scorsi ha puntato il dito contro la nostra penisola per varie inadempienze nella gestione dei rifiuti.


Alcuni esempi: il riciclo degli imballaggi di carta, che nel 1998 ammontava al 37%, con 1 milione di tonnellate di carta raccolte nelle nostre citta', e' stato nel 2005 del 66%, con 2 milioni e 265mila tonnellate.

Dal 1997 si è inoltre assistito, nel campo del riciclo del vetro, ad un aumento medio annuale di materiale recuperato del 9,5%. Buoni anche i risultati per quanto riguarda il riciclo di plastica, alluminio, rottami ferrosi e batterie.
Un’escalation dovuta alla fortissima innovazione tecnologica che ha caratterizzato l’ultimo decennio e al diffondersi della cultura della raccolta differenziata. Progressi che non tyrannous che ripercuotersi positivamente sul fattore climatico e contribuiranno al rispetto del protocollo di Kyoto: con le 665mila tonnellate di alluminio riciclate lo scorso anno, ad esempio, si e' risparmiata energia per 2 milioni e 800mila Tep (tonnellate equivalenti petrolio).

testo tratto da Buone Notizie

Ogni tanto una buona notizia fa bene, quando poi gli argomenti sono l'ambiente e la natura non possono che farmi ancora più contento...

lunedì 15 ottobre 2007

Il tabù del Genocidio Armeno!!!

La Commissione Esteri della Camera Usa aveva presentato in questi giorni una mozione che definisce "genocidio" il massacro degli armeni da parte dell'Impero Ottomano durante la Prima guerra mondiale. La reazione di condanna di Ankara è giunta immediata dal presidente Abdullah Gul, che ha definito 'inaccettabile' il documento e ha messo in guardia sul "possibile deterioramento dei rapporti Turchia-Usa".

"L'approvazione di questo documento è stato un gesto irresponsabile che, in un momento particolarmente sensibile, renderà ancora più difficili le relazioni con un amico e alleato e una partnership strategica coltivata per generazioni", recita una nota diramata dal Ministero delgli Esteri turco. E' inaccettabile - conclude la nota - che la nazione turca sia accusata di qualcosa che non è mai accaduto nella storia".

A distanza di 92 anni la Turchia, paese alleato della NATO, ponte tra oriente ed occidente (con una posizione strategica per la logistica militare della guerra americana in Iraq), continua a negare un fatto storico comprovato e condannato unanimemente da tutti i paesi civilizzati (Francia in testa, dove risiede una nutrita comunità di eredi dei profughi armeni), fatto di una gravità paragonabile a quella dell'Olocausto.

Ovviamente il presidente Bush, per ovvi ed evidenti interessi correlati con le operazioni di guerra in Iraq, aveva intimato alla commissione di non presentare la simbolica condanna dell'operato dei turchi. La mossa della Commissione Esteri americana ha surriscaldato i rapporti tra i due paesi, già tesi per divergenze sulla gestione della questione curda.
Il 70% dei trasporti cargo aerei diretti nel Paese mediorientale transitano dalla Turchia.

Un'altra tessera del mosaico che si va ad aggiungere alle tensioni nell'area mediorientale, con già gli americani alla ricerca di pretesti per iniziare a bombardare anche l'Iran.

testo tratto da Disarmonie di Pianura

Mi scuso con gli assidui lettori, in quanto nelle ultime settimane non sono riuscito a postare con con molta regolarità, infatti questa notizia risale al 10 ottobre.
Ma è un tema che sta a cuore ad Isola di Parole, infatti avevo già citato un film italiano che ne parlava: La Masseria della Allodole.

E' incredibile che a distanza di un secolo il governo turco neghi ancora l'accaduto, ma soprattutto con una tale forza e determinazione tale da richiamare in patria in questi giorni l'ambasciatore turco distaccato in U.S.A.
Ma non solo, chiunque in Turchia parli di "Genocidio Armeno" rischia 3 anni di carcere.

Bush ovviamente guardando solo al suo profitto da petroliere si è visto sfuggire un "valido" alleato alla conquista dell'Iraq e dei suoi pozzi. Quindi ha prontamente leccato il culo al governo arabo e non trovando di meglio ha cominciato ad attaccare i Curdi. Non so se ci avete fatto caso, ma dall'inizio della guerra in Iraq non si è sentito un solo incidente provocato nell'Iraq nord-occidentale, regione controllata dai Curdi (nemici storici della Turchia).

Adesso dopo l'incidente diplomatico, si è sentito alla radio e in televisione di un sacco di problemi che sussistono in nord-Iraq, e che necessitano dell'attenzione dell'esercito americano... Casualità??

sabato 13 ottobre 2007

No-bel & No-war not always the same...


Ieri mentre aspettavo la metropolitana per tornare a casa, stavo guardando la "Televisione Metropolitana!". Per chi non lo sapesse è una specie di Tg Flash, nelle fermate più importanti della metro di Milano, che in 1 minuto accenna alle notizie pù importanti della giornata.

E ne ho sentita una enorme... Al Gorre premio Nobel per la Pace!! Ma stiamo scherzando!! Il vice di Clinton che durante il suo mandato ha bombardato il Kosovo e la Ex-Jugoslavia!! Sono cose di tutti giorni per un buon pacifista!!

Chiunque potrebbe dirmi che il
piccolo Al si è redento e accorto degli errori passati; però da avere una catarsi interiore a beccarsi il nobel della pace, ce ne vuole di strada. Ma volete sapere perchè ha preso il Nobel, la motivazione. Eccola :"

per i suoi sforzi per costruire e diffondere una conoscenza maggiore sui cambiamenti climatici provocati dall'uomo e per porre le basi per le misure necessarie a contrastare tali cambiamenti".

Cioè in parole povere solo perchè quest'anno ha fatto un film e organizzato l'evento mondiale più ipocrita della storia!!! Il Live-Earth!!
Mi sembra che si è calcolato che, la benzina che le persone hanno consumato per raggiungere i rispettivi concerti in giro per il mondo, era qualcosa di incalcolabile, senza contare l'energia richiesta e tutto il resto!! Insomma hanno inquinato più le persone che hanno preso parte al Live Earth di un intera
nazione!!

Ma poi la cosa ancora più assurda di tutto è il film è uscito quest'anno e pochi giorni fa,
l'Alta Corte di Londra ha definito inadatto il fim per le scuole perchè pieno zeppo di errori... Cazzo è come se io andassi a scuola faccio un compito di matematica in cui scrivo 2+2= 5 e alla fine non solo prendo 10 e lode (l'Oscar per intenderci) ma anzi vinco le Olimpiadi della Matematica... Ma quelli della commissione del Nobel ci fanno o ci sono??

P.s. vorrei ricordare che Emergency che dal 1994 opera in zone di guerra e ha salvato migliaia di vite umane, non ha avuto uno straccio di riconoscenza a livello internazionale, mentre il Nobel della Pace 2007 è passato da Guerrafondaio a Pacifista in meno di 10anni...
Che mondo di Merda!!

mercoledì 10 ottobre 2007

Sull'Informazione Prodi è come Berlusca...


Intervista di Riccardo Barenghi con Michele Santoro - da www.lastampa.it

«L'unica differenza tra Prodi e Berlusconi – ma non è una differenza da poco – è che il famoso editto di Sofia si concretizzò, nel senso che Luttazzi, Travaglio e io fummo cancellati dalla televisione. Oggi questo non è successo, almeno finora. Siamo ancora in onda. Ma per il resto la reazione di Prodi è uguale a quella di Berlusconi: dimostra un'insofferenza nei confronti dell'informazione libera».

Michele Santoro è nel suo ufficio, ha appena finito la riunione di redazione su «Annozero» di dopodomani. Per ora hanno deciso di farlo come previsto, sulla sicurezza, lasciando stare le violente polemiche che ha provocato la scorsa puntata. Ma in quest'intervista, la prima che il conduttore concede dopo la bufera, lui risponde agli attacchi. Ecco come.

Però Berlusconi parlò di episodi criminosi mentre Prodi si è limitato a dire che la trasmissione non era professionale... «Premettendo che non l'aveva neanche vista... Ma andiamo, un leader politico, tanto più se fa il presidente del Consiglio, che si mette a delegittimare una trasmissione e, appunto, senza neanche averla vista e quindi senza poter entrare nel merito. Io lo trovo un atteggiamento di una gravità senza pari».

E secondo lei come mai il potere, chiunque ce l'abbia in mano, reagisce nello stesso modo di fronte a trasmissioni fastidiose? «Perché sono tutti immersi fino al collo in quella che io chiamo la malattia del sistema, incarnata da Berlusconi. Il quale per me non è un demonio, anzi tra i politici è pure quello più simpatico. Ma è il risultato di quel conflitto di interesse, appunto la malattia della democrazia, che continua anche oggi per colpa di tutti i soggetti che governano la politica.
Non c'è niente da fare, né a destra e né a sinistra riesce a passare l'idea che ci sia un'informazione libera che controlla il potere. Loro vogliono il contrario».

Eppure lei è tornato in televisione anche grazie a una battaglia del centrosinistra... «E ci mancava che non la facessero. Comunque noi siamo in onda grazie a una sentenza. A proposito, vorrei dire al senatore Nicola Latorre, che sul Corriere della sera ha dichiarato che l'Unione mi ha aiutato, che quando lui doveva essere eletto nelle elezioni supplettive in Puglia mi chiamò per aiutarlo a vincere. Io manco volevo andarci, ma lui insistette molto, c'erano anche Prodi, D'Alema Rutelli... Alla fine mi si avvicina uno e mi fa: “Ma lei lo sa che Latorre ha distribuito pacchi di pasta in campagna elettorale?”.
Mi sono vergognato di me stesso. E già che ci sono voglio aggiungere pure che io ho sbagliato a fare il parlamentare europeo, un grave errore: ho indebolito la mia credibilità di giornalista. Anche per questo non andrò a votare alle Primarie del Partito democratico, nonostante abbia fatto molte trasmissioni che spingevano in quella direzione. Ma andare a votare è un gesto che ti colloca da una parte, e io non lo faccio più».

Torniamo alla sua ultima trasmissione, c'è chi dice che non doveva far parlare i magistrati, chi l'accusa di mettere in mezzo il politico di turno. Insomma di creare una gogna mediatica. «Questa storia della gogna mi ha proprio stancato. Noi abbiamo invitato Mastella e lui non è voluto venire: che dovevamo fare, bloccare la trasmissione per questo? Non potevamo cedere a un ricatto del genere. In studio c'era il sottosegretario Scotti e, il giorno dopo, Mastella ha replicato su tutti gli schermi del paese, i telegiornali hanno anche aperto con le sue dichiarazioni.
Non stiamo parlando di poveri disgraziati messi in mezzo, stiamo parlando degli uomini più potenti del
Paese. Possono difendersi come e quando vogliono. E infatti lo fanno».

E sui giudici in tv?
«Vorrei vedere se qualcun altro avesse avuto la possibilità di far parlare Clementina Forleo in diretta o trasmettere un'intervista a Luigi De Magistris, cosa avrebbe fatto. Non li avrebbe mandati in onda? Non scherziamo. Tra l'altro nessuno dei due è entrato nel merito delle loro indagini, dunque nessuna violazione del segreto istruttorio».

Però questa presenza dei magistrati è stata criticata non solo dai politici ma anche da diversi giornali...
«Sono tre giorni che Repubblica usa qualsiasi tipo di argomen
to contro di noi, e alcuni sono palesemente falsi. Non è vero che io ho iniziato la trasmissione facendo un parallelo tra De Magistris e Borsellino. La Forleo si è limitata a citare il figlio Manfredi, parlando della solitudine del magistrato. E alla fine, il fratello di Paolo Borsellino, Salvatore, ha paragonato quello che sta succedendo a De Magistris con quello che faceva Corrado Carnevale, ossia annullare le sentenze che condannavano i mafiosi attaccandosi a vizi di forma».

Dunque lei domani la rifarebbe tale e quale?
«Guardi, io penso che noi siamo solo un alibi. Noi facciamo vedere una parte della realtà, quella che i politici non vogliono vedere. Loro si sentono aristocratici incompresi dalla gente che non capisce quanto sia bello pagare le tasse, come ha detto il ministro Padoa-Schioppa. Non si rendono conto che non sanno rispondere alle domande e alla rabbia delle persone. Adesso poi siamo arrivati al colmo, i ragazzi di Locri che due mesi fa Veltroni aveva preso come testimonial della nuova Italia sono diventati dei barbari. La figlia del giudice Scopelliti, assassinato dalla ‘ndrangheta, cos'è, una barbara anche lei? Io vorrei chiedere a Prodi una cosa molto semplice: il suo governo con chi sta? Se non sta con la figlia di Scopelliti, con chi sta?».

testo tratto da MEGAchip

E voi cosa ne pensate di questa vicenda?? Scritemelo, nell'area commenti

lunedì 8 ottobre 2007

Quanta fatica dire "PACE"!!


Ieri si è tenuta l'importantissima marcia della Pace lungo le strade che portano da Perugia ad Assisi.

Moltissimi gli slogan, le presenze e l'impegno dimostrato dai numerosi presenti. Presenti che esprimevano un'impegno comune a moltissime associazioni e persone singole per la Pace nel mondo.

Naturalmente non sono mancate le presenze dei politici, nonostante la richiesta ufficiale di "fare un passo indietro".

La televisione purtroppo non ha rispettato ugualmente la richiesta, rappresentando la manifestazione come una delle innumerevoli "kermesse" pseudoelettorali. Ma lasciamo stare....questa è una battaglia perse.

Ciò che di positivo c'è stata è la grande partecipazione a favore, in specialmmodo, della ex Birmania quale emblema della violazione dei diritti umani. Tema della marcia era infatti quello dei diritti.

Il popolo della Marcia ha accolto l'invito rivolto alla Tavola della Pace dalle forze dell'opposizione democratica del Myanmar e si e' colorato di rosso.
Una delegazione di monaci buddhisti dal Tibet ha partecipato alla 24 chilometri e all'arrivo ha chiesto che venisse osservato un minuto di silenzio "per tutte le Birmanie del mondo".

A marciare - riferiscono alcune agenzie di stampa - c'era anche Zaw Tun, il giovane segretario della Federazione dei Sindacati birmani che nell'ultima settimana e' stato ospite della Cisl.

"Per ritrovare la pace, la Birmania ha bisogno dell'Europa e dell'Italia", ha detto all'AGI, e ha lanciato ai governi Ue l'ennesimo appello per "interrompere ogni rapporto commerciale con la giunta dei generali".

Molto folta la delegazione degli ospiti internazionali, oltre 200 provenienti soprattutto da Africa e Medio Oriente, ma anche dall'Afghanistan e dall'Iraq, che venerdi' e sabato hanno partecipato alla grande Assemblea dell'Onu dei Popoli.

Sono stati loro ad aprire il corteo dietro lo striscione con lo slogan 'Tutti i diritti umani per tutti', ripetuto sulle magliette vendute a inizio marcia, tutte rigorosamente rosse.

Il giovane direttore dell'agenzia stampa Pajhwok di Kabul, Danish Karokhel, ha marciato "per chiedere alla comunita' internazionale di smettere di bombardare il Paese" e investire piu' nella ricostruzione civile che nelle operazioni militari

Una presenza, insomma, qualificata e propositiva, che non si lascia fagocitare dalla "politichetta" di turno. Una presenza che lascerà - almeno lo spero - il segno nelle coscienze degli italiani.

testo tratto da Passi nel Deserto

Che fatica è stata non poter prendere parte attivamente a questa manifestazione, sono stato costretto a casa, perfortuna la mia "delegazione" ha manifestato anche per me. Chiara è partita di notte con altri amiche, ma oltre che portarsi dietro i panini e la bandiera della pace, si è portata dietro un po' anche del sottoscritto...

Forse è per questo che questa mattina, si è svegliata con un mal di gambe e di piedi tremendo, sono stati 30/32 km a piedi percorsi con un bel fardello.

Voglio quindi ringraziarla per avermi dato queste foto per il blog e per avermi fatto sentire in marcia insieme a lei e con tutti gli altri 200.000!!

sabato 6 ottobre 2007

L'isola continua a crescere...

Vi ricordate del post Isola di Parole, un piccolo blog che cresce... Beh!?! Sta crescendo veramente, infatti quel articolo su cappellate.com mi ha permesso di essere visto e conosciuto da molte più persone. Tra queste Annarita, che gestiche anche lei un blog web 2.0 something else, all'interno del quale ha deciso di dare spazio all'Isola all'interno alla rubrica "I post, i blog della settimana."
Recensedo il mio blog con le seguenti parole, che cito testualmente:

" Sono stata subito conquistata, da Isola di Parole, per la sua apertura verso i temi sociali e dei diritti umani, della salute, dell'ambiente e della natura."

Che dire più che andare avanti così, che mi sembra proprio la strada giusta, non so che altro fare :-P!! Un ringraziamente speciale va ovviamente ad Annarita, che oltre al blog sopra citato gestisce molti altri blog interessanti di taglio didattico, quando avete un momento fateci un salto.

Istat: senza immigrazione sarebbe un grave problema per l'Italia!!


Sono 2.938.922 gli stranieri residenti registrati in Italia al 1° gennaio 2007; di questi 1.473.073 sono uomini e 1.465.849 sono donne. In totale, rispetto allo stesso periodo del 2006, si registra un aumento di 268.408 unità, equivalente al 10%.

Sono i dati diffusi dall'Istat, che fa sapere come anche nel 2006 la crescita della popolazione straniera resid
ente sia dovuta all’aumento dei nati da cittadini stranieri residenti nel nostro Paese. Sempre secondo i dati dell’Istat, la differenza tra nascite e decessi è positiva, con 54.318 unità. Il saldo migratorio con l’estero, rispetto agli anni precedenti, diminuisce, ma rimane comunque elevato, con un più 237.614 unità nell’anno 2006, rispetto a un più 266.829 nell’anno precedente.

La popolazione residente in Italia (59.131.287 unità nel 2006 contro le 58.751.711 del 2005) cresce, dunque, anche per effetto della popolazione straniera, che contribuisce all’aumento con una quota attorno al 70%; gli stranieri residenti – informa l’Istat - incidono, così, sulla popolazione complessiva per il 5%. Si tratta di una percentuale più bassa rispetto al resto dell’Europa. “I dati
Istat – dice al Sir Franco Pittau, coordinatore del Dossier Statistico Immigrazione Caritas Migrantes - mostrano che il futuro dell’Italia è sempre più strettamente legato all’immigrazione”.

Questo, secondo Pittau, sia per l’equilibrio demografico, sia per il fabbisogno di forza lavoro aggiuntiva e sia – e questo dipende dalla nostra maniera di confrontarci – per la nostra ricollocazione in un mondo globalizzato e in una strategia concorrenziale che ha bisogno di nuovi stimoli”.

Per Pittau una immigrazione che cresce in maniera cospicuanon può non porre problemi ma è certo che senza l’immigrazione per l’Italia sarebbe un problema”. Tra i motivi della crescita nel nostro Paese dell’immigrazione sono da registrare l’ “acquisizione di cittadinanza” (35.266 nuovi cittadini italiani), circa il 23% in più rispetto al 2005, che si verifica principalmente per matrimonio, con prevalenza per le donne; le nascite, ammontanti a 57.765 (+11,1% rispetto all’anno precedente), dato che corrisponde al 10,3% del totale dei nati in Italia e gli ingressi dall’estero, ammontanti a 254.588, lievemente inferiori a quelli del 2005 (283 mila).

testo tratto da Bajaraktari

Questi dati sono una dimostrazione di come un pensiero politico come quello leghista sia completamente anacronistico e controproducente. Ritengo infatti che sia facile accusare solo gli immigrati di essere la piaga di questo paese. Perchè rubano, rendono insicure le strade e le città; però poi è bello avere la governante filippina o moldava, perchè costa poco...

Quindi si è un po' troppo ipocriti, bisogna guardare la medaglia da entrambe le faccie. Non voglio affermare che non ci siano immigrati e clandestini che siano degli emeriti criminali, ma generalizzare è troppo facile, tutto qui.

Basti pensare alla vicenda dei bambini rom morti nell'incendo che è stato provocato nel campo nomade il mese scorso. Prodi ha chiesto aiuto alla comunità europea, che di tutta risposta gli ha dato un "2 di picche" dicendogli, che le misure di sicurezza e di controllo della comunità nomade in europa sono già vigenti in molti paesi europei.
Ma allora perchè in Italia non è così?? Perchè non si riescono ad integrare molti immigrati in Italia, e fanno fatica a trovare un lavoro dignitoso e una sistemazione decente??

Ditemi cosa ne pensate nell'area commenti

giovedì 4 ottobre 2007

Telefonini e cancro, il collegamento esiste!!


Si affrettano a spiegare che sono comunque necessari ulteriori approfondimenti, ma la notizia che i ricercatori dell'Università Medica svedese di Orebro hanno lanciato ieri nel Mondo è esplosiva: a loro dire esiste una relazione evidente tra uso dei cellulari e possibilità di sviluppo dei tumori, un rapporto causa-effetto che fino ad oggi nessuno studio aveva esplicitato con certezza.

Adnkronos, che ha diffuso in Italia la notizia, sostiene che i ricercatori guidati dal professor Lennart Hardell abbiano spiegato come l'uso intensivo del telefono cellulare per un periodo di tempo prolungato, superiore ai 10 anni, raddoppi il rischio di sviluppare tumori come il glioma e il neuroma.
L'agenzia di stampa si riferisce in particolare a quanto pubblicato dagli scienziati sulla rivista Occupational Environment Medicine, dove si parlerebbe di una meta-indagine, ossia di una valutazione di 18 diverse ricerche sul tema, "11 delle quali - sc
rive l'Adn - riferivano risultati ottenuti con osservazioni a lungo termine, di oltre 10 anni".

È valutando quei dati, dunque, che sarebbe emersa la relazione causa-effetto, dove le persone "che usano il cellulare per almeno 10 anni corrono un rischio 2,4 maggiore di sviluppare neuromi acustici", e 2 volte superiore di incappare in gliomi. Nel primo caso si tratta di tumori benigni che attaccano il nervo uditivo, nel secondo si tratta di patologie maligne ben più invasive e di difficile estirpazione.

Così come è riportata, la notizia non sembra confermata dall'Hindustan Times, secondo cui non si sarebbe trattato di una meta-indagine ma di una ricerca vera e propria condotta su 1.429 soggetti colpiti da tumori al cervello benigni e maligni e su un campione di 1.470 persone in salute che vivono in Svezia.

La diversa impostazione non cambia alcune delle conseguenze dello studio. Il giornale indiano spiega come gli scienziati ritengano che i telefonini possano rappresentare un rischio soprattutto per chi abita nelle zone rurali, dove cioè la potenza del segnale viene aumentata per compensare la distanza dalle stazioni base di telefonia mobile. Hardell, secondo il Times, avrebbe dichiarato: "Abbiamo riscontrato che il rischio di tumore al cervello è più elevato per chi vive in campagna piuttosto che in città. Più forte il segnale, maggiore il rischio".

Su una cosa, peraltro, le due versioni concordano, che i rischi sulla salute non possano essere evidenziati prima dei 10 anni di utilizzo intenso.
Dello studio esiste peraltro una terza versione pubblicata dall'agenzia sudafricana News24, secondo cui Hardell&C.
avrebbero spiegato come l'analisi di studi precedenti dimostri "un percorso chiaro di aumento di rischio per neuroma acustico e glioma".
La novità, rispetto alle altre "versioni" citate, è che il rischio sarebbe maggiore sul lato della testa che si usa abitualmente per parlare al cellulare. News24 conferma peraltro che di meta-indagine si sia trattato e spiega come questi risultati siano dovuti proprio alla possibilità concessa da questo studio di vedere le cose dall'alto e analizzare le evidenze emerse in numerose diverse tipologie di ricerca.

E Hardell proprio a questo attribuirebbe l'assenza fin qui di una correlazione certa tra cellulari e rischio tumore. A suo dire gli studi precedenti non hanno seguito quanto accadeva per un tempo sufficientemente lungo. "Ma ora è passato abbastanza tempo da quando i cellulari sono stati introdotti - sostiene il giornale sudafricano - per analizzare i rischi dell'uso del cellulare per 10 anni o più, un periodo di tempo che viene ritenuto un minimo periodo ragionevole per valutare il rischio".

Secondo l' Adnkronos, infine, Hardell avrebbe dichiarato che "questi risultati sono di grande rilevanza ma saranno sicuramente necessari ulteriori approfondimenti". Secondo News24, invece, gli approfondimenti saranno necessari "perché un aumentato rischio anche per altri generi di tumori non può essere escluso". Due affermazioni dalle conseguenze evidentemente molto diverse.

testo tratto da disinformazione

Signori non so se vi rendete conto, ma oltre ad ammazzarci di conservanti nei cibi, respirare aria sempre più inquinata, lavorare e studiare in ambiente totalmente insalubri adesso ci mancavano solo anche i cellulare che fanno venire i tumori.

Ma esiste qualcosa che l'uomo ha creato e che necessita di energia che non faccia male a lungo andare??