venerdì 29 febbraio 2008

Extraordinary Rendition: un film imperdibile!!!



Arrivano le prime timide ammissioni dei governi, nonostante gli omissis e l’ opposizione del segreto di Stato, e si configurano scenari più ricchi di particolari sulla questione delle extraordinary renditions, cioè i rapimenti a scopo di interrogatorio di presunti terroristi. Una pratica che nel dopo 11 settembre la Cia ha utilizzato per un numero imprecisato di volte coinvolgendo non si capisce bene quante persone. Catturate con azioni segrete e trasportate con voli speciali in basi a disposizione dei servizi segreti Usa (nell’Europa dell’Est in Romania e Polonia e anche in nord Africa e Asia) per essere interrogati in modo "non convenzionale", cioè al di fuori delle regole internazionali che vietano la tortura.

Azioni che letteralmente significano "consegne straordinarie", una sorta di rilascio che invece nella pratica si traduce in detenzione a tempo illimitato, in luoghi sconosciuti, senza un capo d’accusa chiaro, lasciando i familiari delle vittime allo scuro di tutto. Il caso più noto in Italia è quello dell'imam egiziano Abu Omar, rapito in pieno giorno a Milano da 26 uomini della CIA nel febbraio 2003, con la probabile complicità del Sismi. La Procura di Milano ha rinviato a giudizio gli uomini Cia, l'ex direttore del Sismi Nicolò Pollari e Renato Farina, giornalista di Libero. Altre inchieste sono in corso in Germania, Svizzera, Spagna, Portogallo mentre nel febbraio del 2007 il Parlamento Europeo ha approvato la relazione di una commissione d'inchiesta che condanna i metodi Usa e la collaborazione di diversi governi europei.

Se volete avere un’idea "visiva" di cosa possa significare tutto questo, il 29 febbraio esce nelle sale Rendition, il film di Gavin Hood (regista sudafricano premio Oscar nel 2005 per Tsotsi) che, ispirandosi ad un caso reale, mostra che fine fa un ingegnere chimico di origine egiziana che stava tornando negli Usa dopo essere stato ad un convegno a Città del Capo. Dal vertice della Cia (Meryl Streep), che lo ritiene in contatto con cellule terroristiche, arriva l’ordine di rapirlo. Nel carcere del nord Africa dove viene segregato lo sottopongono a interrogatori e torture finchè pure il rappresentante dei servizi Usa (Jake Gyllenhaal), si muove a pietà. Intanto a Washington la moglie Isabella (Reese Witherspoon) tenta l’impossibile: chiedere spiegazioni alla politica. Il film è coraggioso da tanti punti di vista. Innanzitutto perché affronta un tema poco noto e indigesto al pubblico Usa. Alla presentazione per la stampa lo ha sottolineato Piera Detassis, direttrice di Ciak e responsabile della sezione Premiere della Festa di Roma, che lo ha ospitato a ottobre.

Tutta una serie di pellicole americane sono andate male negli
States, da Lions for Lambs di Redford (che invece in Italia ha fatto il record rispetto agli altri paesi) a Nella Valle di Elah mentre hanno riscosso interesse in Europa. Emblematico il caso dell’Inghilterra, dove Rendition è uscito in ottobre e ha scatenato una serie di domande al governo sulle possibili connivenze con gli Usa. Nel 2005 Tony Blair, sodale di Gorge Bush nella lotta dura al terrorismo, aveva negato ogni coinvolgimento. E invece è di giovedì la notizia della parziale ammissione del ministro degli Esteri sulla concessione in due occasioni della base inglese di Diego Garcia, nell’Oceano Indiano, per far rifornire aerei Cia che trasportavano prigionieri. Del resto il tema della reticenza della classe politica su queste vicende è un punto centrale. Claudio Fava, eurodeputato Ds e relatore della Commissione d’ inchiesta del Parlamente europeo sul tema, ha punto il dito: “Ho capito che le istituzioni europee non hanno intenzione di trovare la verità. L’imbarazzo dei governi è palese, compresi gli ultimi due in Italia, che non potevano non sapere: le procedure Cia impongono che per un’operazione come quella di Abu Omar ci sia il lasciapassare del primo Ministro. Come minimo”. Quanto ai numeri e ai metodi, l’esponente Ds ricorda che “sono stati censiti 1341 voli di compagnie fantasma intestate a caselle postali di posti sperduti e tutti riconducibili alla Cia. Sul sito dell’Europarlamento si trova la lista delle sigle”.

Nessuna guardia di frontiera ha mai chiesto spiegazioni su questi aerei. Esistono poi situazioni paradossali: “Abbiamo testimonianze di un caso in cui da un piccolo aereo giorni utilizzato per una rendition, in sosta per due giorni, chiesero 60 kili di ghiaccio secco. Ora: per le bevande di un intero Boeing ne sarebbero bastati 20”. Quanto ai catturati e rilasciati, si conoscono solo 19 casi, i più eclatanti perché erano coinvolti cittadini residenti in Europa “tutti scarcerati perché le prove erano inesistenti”. Anche perché pratica comune, specie in paesi del nord Africa, era di “vendere per migliaia di dollari nomi di persone rivelatesi estranee”. Comunque il 12 marzo riprenderà il processo sul caso Abu Omar. Voce autorevole in questo senso quella del , anche lui impressionato dalla ricostruzione del film. Quanto al procedimento, bloccato perché il governo in carica ha opposto il segreto di Stato (deve pronunciarsi la Corte Costituzionale sull’eventuale conflitto di attribuzioni), fa un appello: ”Se più volte Prodi ha dichiarato che sul caso sarà tolto il segreto di Stato, agisca di conseguenza e lasci celebrare il processo”.

Il procuratore ha sottolineato che la forza delle democrazie si misura quando “per rispettare le regole si opera con una mano dietro la schiena” e rivendica per il nostro paese “il primato di condannati per terrorismo internazionale”. Significa che data estrema importanza alle prove e agli indizi di colpevolezza. Anche perché gli stessi addetti ai lavori hanno più volte sottolineato “l’inutilità della tortura per ottenere informazioni o comunque risultati scarsi in questo senso”.
Quest’ultima questione è una di quelle avanzate anche da Giusy D’Alcanzo, ricercatrice per Amnesty International, che sostiene l’uscita del film e che ha prodotto lavoro utilissimo anche per la Commissione d’inchiesta europea. I suoi dossier hanno permesso di fare luce su decine di casi, documentandoli e portandoli all’attenzione dell’opinione pubblica. Uno sforzo parallelo dovrebbe fare il mondo dell’informazione, che spesso è stata reticente su questi casi. Servirebbero anche più dirigenti dei servizi segreti che si facciano prendere da “crisi di coscienza”, come accade a Jake Gyllenhall nel film: fa fuggire il detenuto e poi chiama il Washington Post.

Testo tratto da Unità.it

Taglia la bolletta e chiudi una centrale, basta cambiare le lampadine di casa

di Antonio Canciullo

Pochi giorni fa gli "elettricisti verdi" di Greenpeace sono andati in giro per negozi, mercati e università per sostituire le vecchie lampadine a incandescenza con le fluorescenti compatte che permettono di abbattere fino all'80 per cento dell'energia utilizzata alleggerendo il peso economico della bolletta elettrica. Secondo le stime dell'associazione ambientalista, basterebbe passare a questa nuova tecnologia d'illuminazione per evitare l'immissione di tre milioni di tonnellate di anidride carbonica, pari a circa il tre per cento del deficit dell'Italia rispetto agli obiettivi di Kyoto.


Una mossa di buon senso che potrebbe diventare presto legge in Europa: lo ha chiesto il ministro per l'Ambiente tedesco, Sigmar Gabriel, in una lettera al commissario europeo per l'Ambiente Stavros Dimas. E del resto la corsa al salto tecnologico è partita ovunque. La California ha deciso di sostituire entro il 2012 tutte le lampadine ad incandescenza con quelle fluorescenti compatte. Il ministro dell'Ambiente dell'Australia, Malcolm Turnbull, ha annunciato di voler eliminare le lampadine convenzionali in tre anni.


Ora anche i lettori di Repubblica.it hanno la possibilità di passare all'azione. Non vi resta che guardarvi in giro e cercare i punti luce che usate più spesso. Sostituite una o più lampadine ad alto impatto ambientale con le lampadine più efficienti e avrete immediatamente una serie di vantaggi. Il primo, forse un po' prosaico ma utile, è frenare la bolletta elettrica: a fronte della raffica di aumenti finalmente un'autoriduzione! Il secondo vantaggio è ecologico: potrete misurare immediatamente, nel contatore pubblicato sul sito, in che modo il vostro contributo sta aiutando l'ambiente in termini di barili di petrolio risparmiati. Cambiando tutte le vecchie lampadine si eviterebbe la costruzione di una centrale da mille megawatt.

testo tratto da Repubblica.it

lunedì 25 febbraio 2008

domenica 24 febbraio 2008

Le due facce dell'Italia!!


Leggendo i giornali e guardando il telegiornale in tv ultimamente mi sembra di vivere in due paesi distinti.

Da una parte c'è l'Italia Cattolica e Conservatrice e permettetemi di dire anacronistica che ogni giorno attacca in maniera "indiretta" la legge 194 attraverso blitz della polizia o l'anticipazione a 22 settimane il termine dell'aborto terapeutico in Lombardia.

Dall'altra un' Italia che come membro attivo dell'Unione Europea da maggio '08 prenderà parte alle innovazioni riguardanti la " Convenzione europea sull'adozione dei minori". Secondo cui:

"I cambiamento della società hanno reso indispensabile un'evoluzione del testo del 1967, secondo il vicesegretario generale di Consiglio d'Europa Maud de Boer Buquicchio nel presentare il testo a Strasburgo. La nuova convenzione, che inoltre abbassa l'età dei genitori adottivi e 30 anni ed introduce il consenso all'adozione anche da parte del padre non sposato, focalizza tutto sul migliore interesse del minore, che sarà coinvolto e ascoltato nel processo decisionale, nonchè sarà autorizzato a conoscere le sue origini. "

Quindi da un lato abbiamo un'Italia saldamente ancorata alla "tradizioni" e ai valori religiosi cristiani, ma che non riesce a comprendere che ormai solo in Italia vengono combattute certe battaglie. Basti vedere Giuliano Ferrara che vuole portare al parlamento europeo la moratoria con l'aborto. A dir poco assurda, a mio avviso!!

Dall'altra un'Italia moderna, che come membro attivo dell'Unione Europea è proiettata verso il futuro del nostro pianeta e cerca di affrontare temi sociali importanti. E che presto discuterà in parlamento il tema dell'adozione per i single, le coppie non sposate, e i tanto temuti omossessuali. Anche se temo che tutta questa innovazione sia solo una facciata e che le vere riforme e retifiche verrano fatte solo negli altri paesi europei: Germania, Francia, Spagna...

Secondo voi ho ragione? L'Italia è veramente divisa in due? Oppure è tutto frutto della mia fantasia?
Fatevi sentire nell'area commenti!!

giovedì 21 febbraio 2008

Libertà.Che cos'è?

Riguardando i miei ultimi post ho notato un mio costante interesse nella difesa della libertà di espressione, di parola, ma anche solo "libertà" in quanto tale.

E' uno dei principi di ogni persona: pen
sare, agire e vivere da uomo libero senza costrizioni e obblighi. Ma quanto è possibile oggi. Nel mondo che viviamo è importante l'integrazione, accettazione all'interno della nostra comunità e qualche volta perdiamo di vista questo valore importante. Ho quindi deciso di postare un sunto della bellissima definizione di Wikipedia, riguardo alla Liberta.

La libertà indica l'essere libero, la condizione di chi non è prigioniero e non ha restrizioni, non è confinato o impedito. La libertà in senso più ampio è anche la facoltà dell'uomo di agire e di pensare in piena autonomia, è la condizione di chi può agire secondo le proprie scelte, in certi casi grazie ad un potere specifico riconosciutogli dalla legge.

Si può dire che chi compie un'azione è libero, quando ha la possibilità di scelta, e l'azione stessa è: intelligente; spontanea; contingente e non lesiva degli altri. Intelligente, in quanto l'azione libera comporta la conoscenza dell'oggetto della deliberazione, senza di essa, infatti, chi delibera non potrebbe determinarsi a seguire il fine della sua azione poiché questo non è conosciuto. Spontanea, in quanto la causa dell'azione sta in chi la delibera come conseguenza della volontà e non all'esterno, poiché, se così non fosse, l'azione non sarebbe libera ma necessitata da cause esterne. Contingente, in quanto l'azione non deve essere conseguenza di una necessità assoluta.

La libertà non va confusa né con il diritto né la licenza.

La libertà del singolo discende dal rispetto verso un dato comportamento a prescindere delle condizioni personali.

Una libertà è anche un diritto per una persona quando tale persona può pretendere dalla collettività che siano garantite le condizioni per l'attuazione di tale comportamento.


La libertà e inoltre la qualità fondamentale e specifica dell'uomo, che lo costituisce come persona, e che consiste nel non essere assoggettato ad un ordine chiuso e precostituito, ma nell’avere una natura aperta, che, pur nei limiti derivanti dalla sua caratteristica di essere finito, gli consente di autoprogettarsi e ad autorealizzarsi in base alle scelte che compie; e, corrispondentemente, condizione esistenziale dell’uomo che, con un impegno morale e intellettuale, supera gli ostacoli che impediscono la messa in opera di tale sua qualità, e, al contempo, l’attua progressivamente e ne fruisce.

So di scrivere parole banali e scontata, ma penso che una spolveratina non faccia male... Siete daccordo?


martedì 19 febbraio 2008

Lettera aperta a :Veltroni, Bertinotti e tutti i dirigenti del centro-sinistra

PRIME FIRMATARIE: Simona Argentieri, Natalia Aspesi, Adriana Cavarero, Cristina Comencini, Isabella Ferrari, Sabina Guzzanti, Margherita Hack, Fiorella Mannoia, Dacia Maraini, Valeria Parrella, Lidia Ravera, Rossana Rossanda, Elisabetta Visalberghi

Caro Veltroni, caro Bertinotti, cari dirigenti del centro-sinistra tutti, ora basta! L'offensiva clericale contro le donne – spesso vera e propria crociata bigotta - ha raggiunto livelli intollerabili. Ma egualmente intollerabile appare la mancanza di reazione dello schieramento politico di centro-sinistra, che troppo spesso è addirittura condiscendenza.


Con l'oscena proposta di moratoria dell'aborto, che tratta le donne da assassine e boia, e la recente ingiunzione a rianimare i feti ultraprematuri anche contro la volontà della madre (malgrado la quasi certezza di menomazioni gravissime), i corpi delle donne sono tornati ad essere “cose”, terreno di scontro per il fanatismo religioso, oggetti sui quali esercitare potere.

Lo scorso 24 novembre centomila donne – completamente autorganizzate – hanno riempito le strade di Roma per denunciare la violenza sulle donne di una cultura patriarcale dura a morire. Queste aggressioni clericali e bigotte sono le ultime e più subdole forme della stessa violenza, mascherate dietro l’arroganza ipocrita di “difendere la vita”. Perciò non basta più, cari dirigenti del centro-sinistra, limitarsi a dire che la legge 194 non si tocca: essa è già nei fatti messa in discussione.

Pretendiamo da voi una presa di posizione chiara e inequivocabile, che condanni senza mezzi termini tutti i tentativi – da qualunque pulpito provengano – di mettere a rischio l'autodeterminazione delle donne, faticosamente conquistata: il nostro diritto a dire la prima e l’ultima parola sul nostro corpo e sulle nostre gravidanze.

Esigiamo perciò che i vostri programmi (per essere anche nostri) siano espliciti: se di una revisione ha bisogno la 194 è quella di eliminare l'obiezione di coscienza, che sempre più spesso impedisce nei fatti di esercitare il nostro diritto; va resa immediatamente disponibile in tutta Italia la pillola abortiva (RU 486), perché a un dramma non debba aggiungersi una ormai evitabile sofferenza; va reso semplice e veloce l'accesso alla pillola del giorno dopo, insieme a serie campagne di contraccezione fin dalle scuole medie; va introdotto l'insegnamento dell'educazione sessuale fin dalle elementari; vanno realizzati programmi culturali e sociali di sostegno alle donne immigrate, e rafforzate le norme e i servizi a tutela della maternità (nel quadro di una politica capace di sradicare la piaga della precarietà del lavoro).

Questi sono per noi valori non negoziabili, sui quali non siamo più disposti a compromessi.


venerdì 15 febbraio 2008

Rifiuti a Napoli ecco 2 soluzioni, una giusta e una sbagliata

Ancora Napoli e la sua provincia continuano ad essere presenti negativamente sull'Isola. Ovviamente tutto questo non fa che peggiorare la reputazione della Campania, ma vorrei ricordare che Napoli e la regione campana sono terre ricche di storia e di cultura e non è giusto che la cronaca degli ultimi anni infanghino il loro nome.

Ho deciso di postare due articoli, grazie alla collaborazione di Timmy di PatchWorker project
e Domenico di Briganti&Libertati, che ringrazio vivamente per essere stati molti disponibili a fornire nuovi spunti per questo articolo e per la crescita dell'Isola.

Il primo è la soluzione del governo e degli organi competenti, di fronte all'emergenza rifiuti.



Ed ecco invece il secondo, come Beppe Grillo ha posto le basi per uno sviluppo sostenibile della regione campana...

Le alternative agli inceneritori dal sito www.beppegrillo.it

Inceneritori, perché no

1. L’incenerimento dei rifiuti li trasforma in nanoparticelle tossiche e diossine

2. L’incenerimento necessita di sostanze come acqua, calce, bicarbonato che aumentano la massa iniziale dei rifiuti

3. Da una tonnellata di rifiuti vengono prodotti fumi e 300 kgdi ceneri solide e altre sostanze.
- le ceneri solide vanno smaltite per legge in una discarica per rifiuti tossici nocivi, rifiuti estremamente più pericolosi delle vecchie discariche
- i fumi contengono 30 kg di ceneri volanti cancerogene, 25 kg di gesso
- l’incenerimento produce 650 kg di acque inquinate dadepurare

4. Le micro polveri (pm 2 fino a pm 0,1) derivanti dall’incenerimento se inalate dai polmoni giungono al sangue in 60 secondi e in ogni altro organo in 60 minuti

5. Le patologie derivanti dall’inalazione sono: cancro, malformazioni fetali, Parkinson, Alzheimer, infarto e ictus. Lo comprovano migliaia di lavori scientifici

6. Gli inceneritori, detti anche termovalorizzatori, sono stati finanziati con il 7% della bolletta dell’Enel associandoli alle energie rinnovabili insieme ai rifiuti delle raffinerie di petrolio al carbone. Senza tale tassa sarebbero diseconomici. Nell’ultima Finanziaria è stato accordato il
finanziamento, ma solo agli inceneritori già costruiti

7. In Italia ci sono 51 inceneritori, sarebbe opportuno disporre di centraline che analizzino la concentrazione di micro polveri per ognuno di essi, insieme all’aumento delle malattie derivate sul territorio nel lungo periodo

8. I petrolieri, i costruttori di inceneritori e i partiti finanziati alla luce del sole da queste realtà economiche sono gli unici beneficiari dell’incenerimento dei rifiuti

Riduzione dei rifiuti, raccolta differenziata, riciclaggio e bioessicazione

1. Riduzione dei rifiuti (Berlino, per fare un esempio, ha ridotto in sei mesi i rifiuti del 50%)

2. Raccolta differenziata porta a porta con tariffa puntuale

3. Riciclo di quanto raccolto in modo differenziato

4. Quanto rimane di rifiuti dopo l’attuazione dei primi tre punti va inviato a impianti per una selezione meccanica delletipologie dei rimanenti rifiuti indifferenziati. La parte non riciclabile può essere trattata senza bruciarla con in impianti di bioessicazione

5. In termini economici non conviene bruciare in presenza di una raccolta differenziata perchè:
- il legno può essere venduto alle aziende per farne truciolato
- il riciclaggio della carta rende più dell’energia chese ne può ricavare
- il riciclaggio della plastica è conveniente. Occorrono2/3 kg di petrolio per fare un kg di plastica

6. La raccolta differenziata può arrivare al 70% dei rifiuti, il30% rimanente può ridursi al 15-20% dopo la bioessicazione. Una quantità che è inferiore o equivale agli scarti degli inceneritori. Ma si tratta di materiali inerti e non tossici con minori spese di gestione ed impatti ambientali sanitari
Se nel settore dei rifiuti non ci fossero le attuali realtà, per legge, di monopoli privati a totalità di capitale pubblico, ma una reale liberalizzazione del mercato, la concorrenza tra le aziende avverrebbe sulla capacità di recupero e l’incenerimento sarebbe superato.

mercoledì 13 febbraio 2008

Aborto a Napoli, blitz della Polizia per "infaticidio"??


Un'irruzione "immotivata", quella degli agenti del Commissariato Arenella, entrati ieri senza mandato al Policlinico II di Napoli dopo aver avuto notizia di un feticidio e trovatisi davanti invece un regolare aborto terapeutico, in pieno rispetto della legge 194. Ed una "grave intimidazione", denunciata in un comunicato dall'Udi, Unione delle donne in Italia, che ha stigmatizzato l'episodio che continua a far discutere.

Sull'aborto compiuto ieri nel reparto di ostetricia della struttura universitaria napoletana - che ha causato l'intervento delle forze dell'ordine ed il sequestro della cartella clinica della donna coinvolta - il direttore generale del Policlinico Giovanni Canfora ha avviato un'indagine interna. E anche il ministro della Salute, Livia Turco, ha commentato l'episodio: "Sono profondamente turbata, è il sintomo di un clima di tensione inaccettabile, attorno a una delle scelte più drammatiche per una donna come quella di rinunciare ad una maternità. Siamo arrivati al punto di fare e usare denunce anonime. Una caccia alle streghe".

Nella relazione del primario, Carmine Nappi, si legge che "il feto presentava un'alterazione cromosomica. Se la gravidanza fosse stata portata a termine ci sarebbe stato il 40% di possibilità di un deficit mentale. La donna ha presentato un certificato psichiatrico della stessa struttura universitaria sul rischio di 'grave danno alla salute psichica', che ha autorizzato l'intervento". Una misura terapeutica, quindi, nel pieno rispetto della legge 194, effettuata alla ventunesima settimana di gravidanza.

La donna che ha praticato l'aborto, espellendo per altro un feto morto, ha 39 anni ed è stata dimessa questa mattina. Oltre la cartella clinica della paziente, anche il feto - del peso di 460 grammi - è stato sequestrato dalla polizia, su disposizione del pm.

"Si è trattato di un aborto terapeutico. Una decisione difficile, sofferta", racconta oggi la donna, S. S., ascoltata ieri dalla polizia subito dopo l'interruzione volontaria di gravidanza. E ripete oggi quanto spiegato agli agenti, intervenuti nel reparto in seguito a una denuncia che informava la polizia di un aborto oltre i limiti di tempo previsti dalla legge.

"Mi è stato chiesto se per abortire avevo pagato - aggiunge la donna - ed ho spiegato che non era stato così. I risultati dell'amniocentesi, ritirata lo scorso 31 gennaio, avevano accertato che il feto soffriva della sindrome di Klineferter, un'anomalia cromosomica".

Per Rina Gagliardi, senatrice del Prc, si tratta di un "fatto gravissimo". "Si prova uno sgomento immenso nel leggere notizie come quella pubblicata oggi dai quotidiani on line", aggiunge Gagliardi". "Vogliamo conoscere i responsabili di questo gesto violento e irrispettoso e chiediamo che paghi per questa inqualificabile, disgustosa condotta" conclude la senatrice.

testo tratto da Repubblica.it

Sono notizie che fanno accapponare la pelle... Sembra di vivere nel 1500!!

martedì 5 febbraio 2008

L'Emergenza Ambientale?? Al Tg1 viene dopo Erba e i Presepi

Due servizi giornalistici su duecentoquarantacinque, 168 secondi su un totale di sei ore e mezza di notizie.
Nei tredici giorni della conferenza di Bali il Tg1 delle venti ha di fatto ignorato l'evento organizzato dall'Onu, dedicandogli soltanto lo 0,69% della programmazione. Numeri sconcertanti, soprattutto se si paragonano allo spazio garantito dalla testata di Gianni Riotta ad altri eventi di dubbia rilevanza sociale come ad esempio i consigli su alberi, presepi e regali natalizi (817 secondi) la Prima alla Scala di Milano (236 secondi) o l'elezione della bambina più buona d'Italia, alla quale è stata riservata, oltre al servizio, un'esaustiva intervista in studio (in tutto 185 secondi).

Nel mese di febbraio verranno pubblicati i risultati del monitoraggio dei telegiornali delle tre reti Rai effettuato dall'associazione “Megachip-democrazia nella comunicazione” (www.megachip.info) nei giorni della conferenza in Indonesia (dal 3 al 15 dicembre), che ha riunito rappresentanti di 180 nazioni per aggiornare il trattato di Kyoto e trovare nuove soluzioni per l'emergenza climatica in atto. Nonostante la rilevanza dell'evento, il Tg1 – di cui anticipiamo i dati - ha scelto di trattare l'argomento soltanto in tre edizioni.

Se il Tg1 ha concesso uno spazio così irrilevante a una questione tanto importante, di che cosa ha parlato per tutto il resto del tempo? Più del 20% del totale (un'ora e mezza circa su oltre sei ore) viene dedicata al teatrino della politica, affidando la cronaca alle sole dichiarazioni degli onorevoli e riducendo il giornalista a semplice portavoce di un falso dibattito. Completamente assenti la critica, l'approfondimento, la ricostruzione degli eventi, il commento indipendente.

Più o meno lo stesso tempo dedicato alla politica viene riservato alla cronaca, all'interno della quale rientrano notizie relative al maltempo, alla criminalità, agli incidenti stradali, ma soprattutto a episodi di cronaca nera, che da sola occupa quasi il 10% dei notiziari. Interessante notare come la spettacolarizzazione della vicenda di Azouz Marzouk, a un anno di distanza dalla strage che ha distrutto la sua famiglia, abbia conquistato 371 secondi contro i 168 dedicati a Bali.

Da registrare inoltre il continuo ricorso alla cronaca rosa, al gossip e alle curiosità che vengono da tutto il mondo, dal quindicesimo compleanno degli sms al cocktail a base di oro e diamanti più caro al mondo, fino all'immancabile scambio di cuccioli tra una scrofa e una tigre, grazie al quale la suina allatta i piccoli del felino e viceversa.

Un'ultima considerazione la merita la strage avvenuta alla Thyssenkrupp di Terni nei tredici giorni osservati e che insieme allo sciopero degli autotrasportatori falsa l'entità dell'attenzione dedicata al tema del lavoro. Un evento che conferma quanto i media si rivolgano a tragedie come le morti bianche, quattro al giorno di media nel 2006, solo quando si verificano gravi incidenti come quello dell'acciaieria di Terni, che vengono raccontati con il registro della cronaca nera, invece di approfondirne le cause sociali del problema.

In conclusione l'analisi del Tg1 ci consegna un notiziario che per rincorrere le logiche commerciali dell'Auditel finisce per snaturare il proprio ruolo di servizio pubblico e trasformarsi in un prodotto ibrido che mescola informazione e intrattenimento.
A farne le spese sono principalmente le notizie di rilevanza collettiva, come l'emergenza ambientale, alle quali peraltro il contratto di servizio Rai impone di dedicare un'adeguata copertura: ma se i media televisivi non informano i cittadini delle cause del
global warming e dell'urgenza di un drastico e doloroso intervento, come potremmo mai mettere mano alle soluzioni necessarie per invertire la pericolosa rotta seguita dall'uomo e intraprendere la strada del cambiamento?

testo tratto da Megachip

Signori ormai starò diventando un "fissato" della libera ed alternativa informazione, ma le cifre parlano chiaro...Ditemi la vostra nell'area commenti

domenica 3 febbraio 2008

Battaglione Rommel

di Gianluca Di Feo

Le immagini di un mezzo corazzato dell'esercito italiano colpito da una mina nel deserto dell'Afghanistan svelano un particolare inquietante: i nostri soldati vanno in missione con la palma dell’Afrika Korps hitleriano dipinta sulle jeep

In Afghanistan sognando El Alamein. Perché sembra proprio che i commandos delle forze speciali italiane vadano in missione con la palma dell'Afrika Korps dipinta sulle jeep.

Nelle due foto la jeep italiana colpita dalla mina. Nel cerchio rosso è visibile il simbolo dell'Afrika Korps senza la svastica. La freccia mostra l'ingrandimento.

Sì, il simbolo inconfondibile dei reparti di Rommel che portarono la bandiera hitleriana alle porte del Cairo. E poi si ritirarono mollando proprio i parà italiani a coprirgli le spalle. Ora alcune foto di un attentato talebano contro le forze Nato hanno fatto nascere il giallo. Le immagini riguardano una jeep corazzata italiana e un blindato spagnolo colpiti da mine nel deserto afghano verso il confine iraniano. Sono foto sfuggite alla censura del nostro Stato maggiore, finendo sui siti web di Madrid e da lì nel forum di "Pagine di Difesa", la più attenta rivista telematica del settore. La buona notizia è che il veicolo blindato dell'Esercito, una delle nuove jeep speciali Iveco Vtlm, ha funzionato, salvando la vita dell'equipaggio. Il mezzo, progettato proprio per sopravvivere agli agguanti con ordigni nascosti nel terreno, sta venendo adottato da molte nazioni.

Nel cerchio rosso il simbolo originale dell'Afrika Korps hitleriano.

La cattiva notizia è quella palma dipinta sulla fiancata, che riproduce esattamente il simbolo dell'Afrika Korps: è stata omessa solo la svastica. Un'iniziativa di pessimo gusto: estranea alla tradizione militare italiana, ma soprattutto lontana da quei principi democratici che dovrebbero ispirare le missioni all'estero. Gli scatti non permettono di identificare a quale reparto appartenga il veicolo coinvolto nell'attentato: nella zona operano squadre di parà del Col Moschin e di incursori di marina del Comsubin. Nell'autunno 2006 i soldati tedeschi in servizio in Afghanistan vennero fotografati con un simbolo praticamente identico dipinto sulle loro jeep. Le immagini pubblicate sul settimale Stern spinse il ministero della Difesa ad aprire un'inchiesta e sospendere dal servizio sei militari.

testo tratto da Il Blog Censurato

venerdì 1 febbraio 2008

Un primo accordo in Kenya


Dopo settimane di scontri in Kenya si è raggiunto un primo accordo. Non risolverebbe tutti gli aspetti della crisi, ma potrebbe far cessare le violenze.

Ad annunciare «il raggiungimento di un accordo per risolvere la questione nell'immediato, ma anche nel lungo periodo» è stato Kofi Annan, cui l´Unione africana aveva affidato la mediazione. Dopo una serie di incontri con i rappresentanti del presidente Kibaki e del leader dell'opposzione Odinga, Annan avrebbe trovato una soluzione. Il primo punto dell'accordo, ha spiegato l'ex segretario generale dell'Onu, è «un'azione immediata per mettere fine alle violenze e restaturare i diritti e le libertà fondamentali» nel Paese.


Governo e opposizione keniana hanno trovato l'intesa sulla necessità di «misure immediate» anche per risolvere la crisi umanitaria. «Abbiamo concordato un agenda su questioni a breve e lungo termine», ha detto Annan ai giornalisti. Ma l'agenda concordata e illustrata da Annan, va oltre.

Il secondo punto è «affrontare la crisi umanitaria»; il terzo è definire il come superare l'attuale crisi politica.Annan ha sottolineato che questi tre punti devono trovare risposta entro 7-15 giorni a partire da lunedì scorso, giorno dell'avvio del dialogo. Il quarto punto del documento elaborato con il contributo di Annan e sottoscritto dai rappresentanti delle due parti indica soluzioni sul lungo periodo.

testo tratto da Unità.it

Questo accordo durerà secondo voi? Verrà rispettato da entrambe le parti politiche per risolvere la crisi? Oppure le vittime continueranno a salire??
Sono quasi arrivate al migliaio in un solo mese di scontri...

Ditemi la vostra nell' "Area Commenti"

Anche il listino è trasparente!

Con l’arrivo del nuovo anno alcuni prodotti alimentari hanno subito importanti aumenti, anche nel settore del commercio equo e solidale.
Ctm altromercato, tuttavia, ha uno strumento in più che garantisce che tali aumenti non sono un mezzo di guadagno per il Consorzio, ma hanno piuttosto come obiettivo il mantenimento del prezzo equo pagato ai produttori e la copertura delle spese della centrale di importazione e della rete di Botteghe del Mondo.

Questo strumento è il prezzo trasparente, che scompone i vari costi, evidenziando il prezzo equo percepito dal produttore, i costi intermedi (di trasporto, dazi, tasse, ecc...) e i contributi per la copertura dei costi di Ctm altromercato e delle Botteghe. Questi ultimi sono variabili, con diversa incidenza a seconda della famiglia merceologica: costi più consistenti, rilevabili in alcuni prodotti, dipendono principalmente dai ridotti volumi importati e dalle spese di gestione e magazzino.

Trasparenza nelle variazioni di listino

A partire dal 1° febbraio 2008 entra in vigore il nuovo listino dei prodotti alimentari a marchio Altromercato. Un consumatore attento potrà notare che, a differenza degli anni passati, in cui si era quasi sempre riusciti a mantenere una sostanziale stabilità, in questa occasione il listino ha subito alcune importanti modifiche e Ctm altromercato intende esporre i motivi di queste variazioni.

I rialzi sono dovuti in massima parte a fenomeni intercorsi negli ultimi mesi. Nel 2007, infatti, l’andamento generale del mercato si è caratterizzato per un forte aumento complessivo dei prezzi, dovuto anche alle speculazioni di borsa, e per nuovi fenomeni di accaparramento di quanto necessario alla produzione di bio-carburanti. Il gran numero delle nostre materie prime coinvolte e la portata delle variazioni, uniti alla recente diminuzione dei margini della centrale, ne hanno purtroppo reso impossibile l’assorbimento da parte del Consorzio stesso, come era invece quasi sempre avvenuto in passato.

Nello specifico, i fenomeni che hanno generato questa situazione possono essere suddivisi in due grandi categorie:

  1. le dinamiche di acquisto a livello globale relative alle principali commodities (ovvero i prodotti "coloniali", come caffé, grano, cereali, cacao, ...);
  2. gli eventi relativi alle specifiche realtà locali di alcuni dei gruppi produttori con cui Ctm altromercato collabora.