domenica 26 ottobre 2008

L'ipotesi di Calamandrei

Ho trovato su Internazionale questo discorso pronunciato da Piero Calamandrei al III Congresso dell’Associazione a difesa della scuola nazionale, a Roma l’11 febbraio 1950 e, per la sua attualità, mi ha messo i brividi addosso.

“Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuole fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in un alloggiamento per manipoli; ma vuole istituire, senza parere, una larvata dittatura.

Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di stato hanno il difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora, il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche,a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia perfino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di stato. E magari si danno dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece cha alle scuole pubbliche alle scuole private. A “quelle” scuole private. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo apertamente trasformare le scuole di stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tenere d’occhio i cuochi di questa bassa cucina. L’operazione si fa in tre modi, ve l’ho già detto: rovinare le scuole di stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico.

Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico".

(Pubblicato nella rivista Scuola Democratica, 20 marzo 1950).

tratto dal blog di Luc Enoch su consiglio di Righello di Nippoclio

5 commenti:

Carlo ha detto...

Agghiacciante, vero?
quando impareremo dal passato?
ma no, noi italiani piace così tanto essere sotto dittatura, che sia evidentente o velata.
ne approfitto puere per fare un pò di pubblicità: consiglio a tutti i fumetti di luka enock (gea della bonelli e spryliz sui volumi della bd). sono entrambi pieni zeppi di riflessioni e citazioni sulla nostra società toccando questioni come la discriminazione, l'emancipazione, l'emarginazione, la guerra, l'ecologia ecc... un classico esempio di lettura a fumetti alternativa. (scusa taz, se mi ci sono dilungato un pò troppo ma l'entusiasmo ha preso il sopravvento)

Taz ha detto...

Tranquillo Righello... come dico sempre Nema Problema!!

Andrea De Luca ha detto...

molto interessante
bentornato taz

Anthony Will ha detto...

mi fa paura pensare a una cosa del genere...una dittatura non dichiarata ma sempre più presente...

redpoz ha detto...

ma dove li troviamo oggi pensatori come Calamandrei in parlamento??
che tristezza....