Chi non ha mai desiderato di vivere accanto al vicino perfetto e di poter lasciare i propri bimbi liberi di scorazzare in giro senza alcuna preoccupazione? Con il Co-housing avete trovato la soluzione ideale per vivere in modo sostenibile e divertente!
Nato in Danimarca, in un quartiere della periferia di Copenhaghen, dove nel ‘72 ventisette famiglie decisero di condividere insieme un vecchio stabile, oggi l’esperienza di Co-Housing conta centinaia di esperienze che consentono a migliaia di persone di vivere una vita meno individualistica e più sociale, meno consumistica e più creativa, meno costosa e più adatta alla serenità dei bambini, dei genitori, ed anche delle persone anziane o dei portatori di handicap. Necessità che emergono sempre di più ai nostri giorni, in cui non rivolgiamo la parola neanche al nostro vicino di casa!
Ma il Co-housing è davvero la soluzione perfetta? Vediamo un po’ quali sono i vantaggi...
1) Sicuramente risparmio di tempo e denaro da una parte, e arricchimento di socialità dall’altra. Un esempio su tutti le cene in comune, che non solo aumentano la socializzazione, ma allo stesso tempo riducono notevolmente il costo del pasto. (E anche di tempo, visto che, in alcuni co-housing, gli adulti cucinano soltanto 3 o 4 volte al mese grazie ai turni programmati!)
Secondo alcune valutazioni svolte in alcune città del Nord Europa, un’abitazione di 100 mq, realizzata secondo i principi della bioedilizia e collocata in aree urbane non particolarmente esclusive, viene a costare in media circa 120mila euro. Prezzo comprensivo anche degli spazi comuni e di una rete sociale che non ha valore! Alla riduzione del costo dell’abitazione, va poi aggiunto il risparmio derivante dalla contrazione delle spese quotidiane relative al consumo di beni e servizi, come per esempio la condivisione degli attrezzi per fare giardinaggio, i costi per la manutenzione e le pulizie, quelli per la gestione della cucina, e in alcuni casi anche i costi delle vacanze, organizzando per esempio scambi di vetture.
2) Un’altra ricchezza legata al vivere insieme del Co-housing è lo stimolo a praticare attività insieme ai vicini, dal trekking all’imparare una nuova lingua o uno strumento, tutte cose che molto probabilmente non si sarebbero mai fatte abitando in un anonimo condomino, dove nessuno conosce il proprio vicino.
3) Altro punto di forza è l’educazione dei bambini: grazie alla maggiore ricchezza di relazioni sociali, i bambini sono più stimolati a sviluppare la propria creatività in collaborazione con gli altri, aumentano la loro autostima e la capacità di comunicazione con gli adulti.
4) Anche adulti si giovano della maggiore socialità. Le frequenti riunioni, necessarie per gestire gli spazi comuni e le varie tematiche, sono tutte occasioni per imparare a riflettere e a confrontarsi con gli altri e in definitiva per conoscersi meglio.
Indubbiamente tanti vantaggi... ma diamo un’occhiata anche agli svantaggi: il Co-housing ci mette di fronte alla necessità di confrontarsi con le esigenze e i bisogni di altri e soprattutto imparare a prendere decisioni in gruppo.
Le statistiche dicono che solo il 10% delle famiglie supera la fase decisionale iniziale, e di esse solo un numero ancora inferiore finirà per vivere nel Co-housing! Beh, che dire, il numero non ci stupisce, in effetti siamo spesso anche noi i vicini che non salutano o che si lamentano sempre alle riunioni di condominio.
L’unica vera regola è che, per funzionare, il Co-Housing deve essere ideato da chi decide poi di viverci. I residenti devono organizzare e progettare loro stessi lo spazio fin dall’inizio. Poi c’è il “rodaggio”, un periodo fondamentale, in cui si determina l’identità del gruppo. Durante la fase preliminare, i futuri cohousers si conoscono, imparano a confrontarsi, a riconoscere i punti deboli e quelli di forza di ognuno e soprattutto impareranno a prendere le decisione secondo il metodo del consenso. Lo scopo è quello di imparare a gestire i problemi e i conflitti inevitabili in ogni gruppo.
Il Co-Housing è anche in Italia!
A Milano, l’agenzia per l’innovazione sociale Innosense e il dipartimento Indaco della Facoltà di Industrial Design del Politecnico hanno lanciato il sito cohousing.it , per verificare la possibilità di realizzare nel capoluogo lombardo esperienze di condomini dotati di strutture comuni (l’appartamento degli ospiti, il giardino, la palestra, la lavanderia, e la cucina per le cene in compagnia). E quando le cose sono buone, si diffonde subito la notizia, ed è così che nasce Cohabitando . Provare per credere!
2 commenti:
Hola Taz! articolo veramente interessante, nn sapevo di sta cosa in Danimarca.. nel leggerlo nn ho potuto nn pensare a quello ke spesso mi racconta mia nonna, di quando cioè abitava in cascina e di cm tutti (o quasi) ci si dava una mano a vicenda sia x naturale gentilezza sia x risparmi economici..la cascina magari nn è cm il cohousing, xò penso s'avvicini all'idea.. Concordo in pieno quando l'autrice sostiene ke il cohousing deve "essere ideato da chi decide poi di viverci", altrimenti penso ke sarebbe una cosa difficilmente realizzabile nella nostra società(dico "nostra" x' se nn sbaglio certe forme comunitarie in Africa sn da tempo utilizzate). Sarei proprio curiosa di vedere cm andrebbe un cohousing qui da noi..^^
un saluto!!!!
Ciao Aly sono contento che abbia trovato interessante l'articolo. Si credo anch'io che la vita "da cascina" si avvicinasse molto al progeto di Co-housing.
Cmq se ti interessa in questi giorni è stato approvato un nuovo progetto di in Bovisa.
Ti giro il sito
http://www.yeslife.it/Cohousing-di-stile-a-Milano
A presto!!
Taz
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