giovedì 3 luglio 2008

Destinazione Kulen Vakuf - Bosnia Erzegovina

Eccomi qua a postare un altro articolo, ma voglio seguire il "consiglio" di un mio caro amico (Lore) che mi ha detto:" Si ma cazzo, il tuo Blog è troppo serio è ovvio che la gente poi non ti commenta, è un troppo freddo etc...". Bene allora per dare un po' più di calore ho deciso di parlarvi delle mie vacanze estive.

Partirò insieme all'associazione Terre e Libertà alla volta della Bosnia-Erzegovina. Paese di cui si sa veramente poco e quel poco che conosciamo è per lo più frutto di pregiudizio. Insieme ad altri 11 valorosi temerari, tra cui la mia Chiarina, andremo ad organizzare una "Scuola Estiva" per ragazzini dai 6 ai 16 anni, permettendo loro di ritrovarsi a giocare, disegnare e divertirsi, insomma di stare insieme.
Il paesino di 700 anime è Kulen Vakuf di cui potete vedere qui sotto uno scorcio.

Abiteremo nella famosa "Casa dei Polli" (poi vi spiegherò meglio) e diventeremo anche se solo per un paio di settimane, parte integrante della comunità Bosniaca, sperando di essere accettati positivamente.

Sarà una vacanza fuori dal normale. Ero stufo di andare in una città: fare 60 foto, comprare maglietta e prodotto tipico del posto e poi tornare a casa e dire che bella che è la Grecia o la Spagna. Come fai a dirlo se ci sei stato solo 15 gg senza parlare mai con nessuno del posto... Per conoscere un paese devi conoscere le persone che lo popolano, e proprio per questo ho deciso di fare questa vacanza fuori dall'ordinario. Per potrer aiutare concretamente una nazione che cerca ancora la sua identità e per trovare anche me stesso, crescere come persona, mettermi alla prova e vedere un po' come va finire...


E a voi mondo del web cosa ve ne pare?? Farete anche voi una vacanza come "Turisti Responsabili"??

martedì 1 luglio 2008

I Rom manifestano per i diritti umani!!


Secondo i rilevamenti dell'ennesima ricerca sulla sicurezza, ben otto italiani su dieci pensano che i campi rom vadano sgomberati, perché gli "zingari" sono pericolosi. La stessa ricerca - pubblicata oggi su Repubblica - mostra una popolazione - gli autoctoni italiani - in preda a una fobia irrazionale: hanno paura degli stranieri in quanto tali e non hanno la minima idea della condizione dei migranti nel nostro paese, credono che i tassi di criminalità siano aumentati a dismisura (e non è vero), invocano le ronde per tutelarsi dai pericoli che suppongono esistere in città (ma non ci sono) e finiscono per alimentare un clima di intimidazione, creando un circolo vizioso utile solo agli imprenditori politici e morali della paura.


Su queste irrazionali paure da molto tempo sindaci e leader politici costruiscono i propri programmi politici, e i media fanno a gara per rilanciare e legittimare tutte le "percezioni" e le fobie, per quanto irrazionali siano: il risultato è che il razzismo sta diventando senso comune e che le politiche discriminatorie assumono forma di legge (o di decreto legge).

Se ne accorgono bene all'estero: basta leggere i quotidiani stranieri (ieri Le Monde denunciava in prima pagina la discriminazione dei rom in Italia), o dare un'occhiata alle dichiarazioni del commissario Onu per i diritti umani, o scorrere il Rapporto 2008 di Amnesty International. In Italia, nel discorso pubblico, sta sparendo la razionalità e la xenofobia diventa la regola. Qualsiasi argomento è buon per legittimare le discriminazioni. Se a Mestre dei gruppi di cittadini assecondano il razzismo della Lega Nord (che del resto esprime il ministro degli Interni) nell'opposizione a una costruzione legalissima (case per famiglie sinte) approvata dal Comune di Venezia, i benpensanti che scrivono dotti commenti sui giornali o reggono posizioni di governo, per una volta accantonano l'argomento-clava della legalità, stavolta inservibile, e spiegano che non si possono ignorare le proteste della popolazione...

La discriminazione si fonda su queste cose: irrazionalità, legittimazione delle fobie, individuazione dei capri espiatori (minoranze di vari tipo). Per contrastare le politiche xenofobe bisogna spezzare questa catena. Ieri a Roma dal Colosseo al Testaccio è sfilato un corteo organizzato da alcune associazioni di rom e sinti: migliaia di persone hanno rivendicato i propri diritti, denunciando le discriminazioni crescenti. Hanno ricordato alcune smeplici verità: il razzismo dei media e delle istituzioni, la dignità di un popolo che non ha mai fatto la guerra e non accetta d'essere criminalizzato, i precedenti storici fatti di pogrom e di invio degli "zingari" nei campi di steriminio (tutti indossavano il triangolo nero scelto dai nazisti per identificarli). Non è frquente che le comunità rom organizzino iniziative politiche. E' un segnale importante di resistenza e di opposizione al razzismo dilagante nella società italiana e al tempo stesso è una spia dell'apprensione che circola nelle comunità rom e sinti d'Italia.

di Lorenzo Guadagnucci