venerdì 6 luglio 2007

Enzo Baldoni, il mio funerale!!!

Vorrei dedicare poche righe per non dimenticarci di un grande giornalista scomparso da pochi anni, Enzo Baldoni.

Come forse sarebbe lecito ed usale potrei parlarvi di lui raccontadovi la sua vita, le sue opere (articoli bellissimi), tutto quello che ha fatto con la Croce Rossa Italiana e l'incredibile quantità di post che metteva sul suo Blog Bloghdad.

Oppure parlavi di quanto sia indignato, del fatto che non sia stato fatto praticamente nulla per salvarlo dal gruppo terrorista che lo aveva catturato, oppure del fatto che tutt'ora la salma di Enzo non sia ancora stata ritrovata e ricondotta ai suoi famigliari...

Sono tante, tantissime le cose che potrei dirvi, ma non è così che lo voglio omaggiare di questo articolo. E' sempre stata una persona che metteva l'ironia di fronte a tutto, era in grado di far passare concetti crudi in forma lieve e quasi dissacrante (prima di partire per Baghdad, scrisse sul blog: " Ci sarà figa a Baghdad??").

Quindi è così che lo voglio ricordare: allegro, felice, che magari ci prende un po 'per il culo... E credo che non ci sia miglior presa per il culo di Enzo, per noi e per se stesso se non postando il suo articolo "Il Mio funerale"!!
Poco prima di essere rapito mandò un e-mail alla redazione di Diario, un "epitaffio" con le direttive su come avrebbe dovuto svolgersi il suo funerale. Forse si era reso conto di essere venuto a conoscenza di troppi fatti scomodi o forse era la sua incredibile voglia di scherzare.

Il mio Funerale

Il 24 maggio 2003, Enzo Baldoni mandava un email al suo newsgroup. Parlava di come avrebbe voluto essere salutato nel caso - improbabile, visto che si sentiva "sicuramente immortale" - di un "errore del Creatore".

Stamattina sono stato a un funerale. La cerimonia è andata via liscia e incolore finché alla fine il prete ha detto: "Ora il figlio vuole dire qualche parola".

Il figlio, in dieci minuti, ha tratteggiato un ritratto vivo, affettuoso e vivace del padre. Un ritratto senza sbavature né esagerazioni né cedimenti al sentimentalismo. Ma quei dieci minuti hanno avuto più calore, colore e spessore di tutto il resto della cerimonia. Il papà era ancora lì tra noi, vivo, e questo sarà il ricordo che ne manterremo.

Ordunque, trascurando il fatto che io sono certamente immortale, se per qualche errore del Creatore prima o poi divesse succedere anche a me di morire - evento verso cui serbo la più tranquilla e sorridente delle disposizioni - ecco le mie istruzioni per l'uso.

La mia bara posata a terra, in un ambiente possibilmente laico, ma va bene anche una chiesa, chi se ne frega. Potrebbe anche essere la Casa delle Balene, se ci sarà già o ci sarà ancora. L'ora? Tardo pomeriggio, verso l'ora dell'aperitivo.

Se non sarà stato possibile recuperare il cadavere perché magari sono sparito in mare (non è una cattiva morte, ci sono stato vicino: ti prende una gran serenità) in uno dei miei viaggi, andrà bene la sedia dove lavoro col mio ritratto sopra.


Verrà data comunicazione, naturalmente per posta elettronica, alla lista EnzoB e a tutte le altre mailing list che avrò all'epoca. Si farà anche un annuncio sui miei blog e su qualsiasi altra diavoleria elettronica verrà inventata nei prossimi cent'anni.

Vorrei che tutti fossero vestiti con abiti allegri e colorati.

Vorrei che, per non più di trenta minuti complessivi, mia moglie, i miei figli, i miei fratelli e miei amici più stretti tracciassero un breve ritratto del caro estinto, coi mezzi che credono: lettera, ricordo, audiovisivo, canzone, poesia, satira, epigramma, haiku. Ci saranno alcune parole tabù che *assolutamente* non dovranno essere pronunciate: dolore, perdita, vuoto incolmabile, padre affettuoso, sposo esemplare, valle di lacrime, non lo dimenticheremo mai, inconsolabile, il mondo è un po' più freddo, sono sempre i migliori che se ne vanno e poi tutti gli eufemismi come si è spento, è scomparso, ci ha lasciati.

Il ritratto migliore sarà quello che strapperà più risate fra il pubblico. Quindi dateci dentro e non risparmiatemi. Tanto non avrete mai veramente idea di tutto quello che ho combinato.

Poi una tenda si scosterà e apparirà un buffet con vino, panini e paninetti, tartine, dolci, pasta al forno, risotti, birra, salsicce e tutto quel che volete. Vorrei l'orchestra degli UNZA, gli zingari di Milano, che cominci a suonare musiche allegre, violini e sax e fisarmoniche. Non mi dispiacerebbe se la gente si mettesse a ballare. Voglio che ognuno versi una goccia di vino sulla bara, checcazzo, mica tutto a voi, in fondo sono io che pago, datene un po' anche a me.

Voglio che si rida - avete notato? Ai funerali si finisce sempre per ridere: è naturale, la vita prende il sopravvento sulla morte - . E si fumi tranquillamente tutto ciò che si vuole. Non mi dispiacerebbe se nascessero nuovi amori. Una sveltina su un soppalco defilato non la considerei un'offesa alla morte, bensì un'offerta alla vita.

Verso le otto o le nove, senza tante cerimonie, la mia bara venga portata via in punta di piedi e avviata al crematorio, mentre la musica e la festa continueranno fino a notte inoltrata.

Le mie ceneri in mare, direi. Ma fate voi, cazzo mi frega.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Il suo lavoro impegnativo merita sicuramente stima, e leggendo la lettera del funerale non posso fare a meno di apprezzarlo. Era un grande.

Taz ha detto...

Già era proprio un grande!!