domenica 17 giugno 2007

L'Ultimo della classe


Un anno da bocciare. Lo penserebbe anche Edmondo De Amicis. Sì, perché tra bullismo, droga e bravate, quest'anno la scuola non sembra aver raggiunto la sufficienza. Eppure basterebbe valorizzare i buoni esempi. E puntare sulla famiglia.

Di solito, prima dell'ultima campanella dell'anno c'è appena il tempo per una foto di gruppo. Poi i saluti, gli abbracci, i commiati dei professori. Dai tempi del libro Cuore, l'ultimo giorno di scuola è come un dessert dal gusto dolceamaro, da consumare in fretta prima di alzarsi da tavola e correre incontro alle vacanze.

Ma forse mai come quest'anno sono in molti a voler archiviare velocemente il ricordo collettivo degli ultimi nove mesi della nostra scuola, macchiato dalle bravate degli studenti riprese col telefonino e rilanciate via internet, da sostanze stupefacenti che varcano troppo facilmente le porte degli istituti, da inchieste giudiziarie su presunti abusi sessuali a danno di bambini delle scuole dell'infanzia da parte di chi dovrebbe prendersi cura di loro.

Un anno scolastico che ha visto la scomparsa di Dario, quindicenne di Cusano Milanino (Mi), stroncato da un malore a maggio nella sua classe dopo aver fumato uno spinello 'potenziato', e di M.P., sedicenne di origine filippina e studente modello all'Istituto tecnico Sommeiller di Torino che in un mattino di aprile si è suicidato buttandosi dalla finestra di casa.

Da tempo i compagni lo schernivano dicendogli che era gay. Cronache crude, che sembrano uscite dalla caserma di "Full metal jacket" di Kubrick più che dal romanzo di De Amicis. Spie allarmanti di un disagio fotografato dal numero verde Antibullismo (800.669.696) aperto a febbraio, che nelle prime 24 ore ha raccolto 1.150 telefonate (nel 37 per cento dei casi effettuate per denunciare episodi "persistenti" di bullismo).

Le istituzioni hanno cercato di correre ai ripari: il ministero della Pubblica istruzione ha chiesto in ogni regione l'istituzione di un Osservatorio permanente sul bullismo e il Comune di Milano ha distribuito alle famiglie migliaia di kit antidroga per scoprire se i propri figli abusano di sostanze. Tuttavia il 28 maggio, mentre giornali e tivù rilanciavano la proposta del ministro della Salute Livia Turco di mandare i Carabinieri a perquisire le aule alla ricerca di spinelli, forse erano in pochi a sapere che si era appena conclusa "La scuola siamo noi", una settimana voluta dal Ministero della Pubblica istruzione in cui tutte le scuole potevano mettere in mostra il meglio di sé.

Ne abbiamo chiesto un resoconto a Letizia De Torre, sottosegretario al Ministero della Pubblica istruzione.

"Girando per l'Italia ho trovato una scuola molto ricca e molto bella, con tanta voglia di fare cose importanti, di migliorarsi e lavorare insieme agli studenti per far percepire al Paese la scuola reale -ha detto il sottosegretario-. Credo che dobbiamo cogliere un avvertimento da quest'anno: occorre vigilare ogni giorno perché la scuola rimanga sempre partecipata, viva, attiva e libera e perché continui a essere uno spazio di libertà".
Per raggiungere l'obiettivo, De Torre suggerisce la formula:
"Bisogna che i genitori si rapportino in modo generoso verso la scuola del proprio quartiere e occorre che noi docenti sappiamo esercitare la nostra professionalità educativa mettendola a confronto con le giuste esigenze delle famiglie. L'augurio è quello di costruire la scuola insieme alla comunità a cui la scuola appartiene".
Un traguardo possibile? Voi cosa ne pensate, dite la vostra nell'area commenti.

Testo tratto da Terre di Mezzo

di Andrea Rottini

1 commento:

Jasha ha detto...

dal mio punto di vista la scuola di oggi è troppo spessi inadatta ad affrontare le realtà che si trova davanti. Come si può pretendere che un docente di 50 anni(quando va bene, altrimenti ce ne sono molti anche piu vecchi) si rapporti in modo adeguato con studenti che ormai fanno parte non solo di un altra generazione, ma anche e soprattutto che ormai ragionano in modo sostanzialmente diverso e vivono una quotidianità che anche solo 10 anni fa non esisteva.
I genitori devono relazionarsi con i docenti? fosse sempre facile come dirlo il mondo sarebbe un posto migliore. La realtà è che troppo spesso i docenti o se ne fregano o cercano di prendere il posto educativo che dovrebbe avere la famiglia capitolando in un inevitabile fallimento. La soluzione a mio avviso è una; ammodernare i programmi; è possibile che si studi 3 volte la nascita della terra e mai si arriva alla storia moderna? Secondo: Meno docenti,molto piu giovani e meglio pagati. Anche in questo caso una follia da realizzare nel sistema italiano scuola.


saluti