martedì 19 febbraio 2008

Lettera aperta a :Veltroni, Bertinotti e tutti i dirigenti del centro-sinistra

PRIME FIRMATARIE: Simona Argentieri, Natalia Aspesi, Adriana Cavarero, Cristina Comencini, Isabella Ferrari, Sabina Guzzanti, Margherita Hack, Fiorella Mannoia, Dacia Maraini, Valeria Parrella, Lidia Ravera, Rossana Rossanda, Elisabetta Visalberghi

Caro Veltroni, caro Bertinotti, cari dirigenti del centro-sinistra tutti, ora basta! L'offensiva clericale contro le donne – spesso vera e propria crociata bigotta - ha raggiunto livelli intollerabili. Ma egualmente intollerabile appare la mancanza di reazione dello schieramento politico di centro-sinistra, che troppo spesso è addirittura condiscendenza.


Con l'oscena proposta di moratoria dell'aborto, che tratta le donne da assassine e boia, e la recente ingiunzione a rianimare i feti ultraprematuri anche contro la volontà della madre (malgrado la quasi certezza di menomazioni gravissime), i corpi delle donne sono tornati ad essere “cose”, terreno di scontro per il fanatismo religioso, oggetti sui quali esercitare potere.

Lo scorso 24 novembre centomila donne – completamente autorganizzate – hanno riempito le strade di Roma per denunciare la violenza sulle donne di una cultura patriarcale dura a morire. Queste aggressioni clericali e bigotte sono le ultime e più subdole forme della stessa violenza, mascherate dietro l’arroganza ipocrita di “difendere la vita”. Perciò non basta più, cari dirigenti del centro-sinistra, limitarsi a dire che la legge 194 non si tocca: essa è già nei fatti messa in discussione.

Pretendiamo da voi una presa di posizione chiara e inequivocabile, che condanni senza mezzi termini tutti i tentativi – da qualunque pulpito provengano – di mettere a rischio l'autodeterminazione delle donne, faticosamente conquistata: il nostro diritto a dire la prima e l’ultima parola sul nostro corpo e sulle nostre gravidanze.

Esigiamo perciò che i vostri programmi (per essere anche nostri) siano espliciti: se di una revisione ha bisogno la 194 è quella di eliminare l'obiezione di coscienza, che sempre più spesso impedisce nei fatti di esercitare il nostro diritto; va resa immediatamente disponibile in tutta Italia la pillola abortiva (RU 486), perché a un dramma non debba aggiungersi una ormai evitabile sofferenza; va reso semplice e veloce l'accesso alla pillola del giorno dopo, insieme a serie campagne di contraccezione fin dalle scuole medie; va introdotto l'insegnamento dell'educazione sessuale fin dalle elementari; vanno realizzati programmi culturali e sociali di sostegno alle donne immigrate, e rafforzate le norme e i servizi a tutela della maternità (nel quadro di una politica capace di sradicare la piaga della precarietà del lavoro).

Questi sono per noi valori non negoziabili, sui quali non siamo più disposti a compromessi.


6 commenti:

Pino Amoruso ha detto...

Ciao, un passaggio solo per un semplice saluto...
A presto e buona giornata ;-)

Saretta ha detto...

bella punto.
posso rubartela per postarla?
se ci son problemi me lo dici che la tolg.... ok? grazie....... ciaociao

p.s.
l'8 marzo ci sarà una manifestazione a Roma per la 194... io ci sarò.........
ciaociao

Taz ha detto...

Vai tranquilla è il testo della petizione di Libera Donna!!
A presto
TAz

vittorio ha detto...

sono tutte ottime proposte, per quanto appena due (le prime) sarebbero effettivamente delle modifiche alla legge 194 sulla interruzione volontaria della gravidanza:
- i medici obiettori
- la ru-486

non so quanto sia una buona idea modificare una legge ben scritta e che ha ben funzionato..
inoltre, per l'introduzione della pillola comunemente chiamata ru-486 secondo me non c'e' bisogno di alcuna modifica della legge: e' implicitamente ammessa dal comma 15 della stessa legge 194 (anche taz ha pubblicato poco tempo fa su queste pagine il link al testo della legge.. vi invito a leggerlo)

per quanto riguarda gli obiettori.. boh sono indeciso. Da un lato in molte parti d'italia gli obiettori sono talmente tanti da impedire l'aborto a tante donne (contro la 194, dunque), ma dall'altro vietare interamente l'obiezione di coscienza mi pare un pericoloso precedente che potrebbe ripercuotersi in futuro su altre questioni, oltre ad essere in se' una brutta ingerenza dello Stato contro le convinzioni personali di alcune persone.
forse andrebbe inserita una quota minima di medici non-obiettori per ogni comune (con tanto di mappa pubblicamente accessibile). ma e' facile a dirsi, ben piu' difficile a farsi...

ciao!

www.vittoromo.it/blog

Taz ha detto...

Sono daccordo con te Vittorio, ci vorrebbe una quota massima di obbiettori di coscienza oltre il quale non si può andare.
Altrimenti si è costretti ad allontanarsi dall'Italia per poter abortire. (discriminando i ceti meno abbienti).

Per la ru-486 penso che una retifica all'interno della legge non farebbe malaccio.
Siamo uno dei pochi paesi in Europa a vietarla espressamente...

Sar@ ha detto...

Sono d'accordo su tutto, ma non sulla questione-obiettori. Ci sono ricercatori obiettori che non fanno esperimenti su animali, ci sono obiettori in altre occupazioni, non capisco perchè non si possa essere obiettori qui. Il fatto è che si è sempre portati a pensare che la chiesa faccia ingerenza su tutto, ma la scelta di fare l'obiettore è così personale e così intima che non riesco a concepire un'ingerenza della chiesa in questo. E, dove anche ci fosse, andrebbe risolto il problema agendo sulla chiesa, non certo su tutti gli altri obiettori. Così come bisogna rispettare le donne che abortiscono, bisogna anche rispettare le ostetriche o le ginecologhe che per loro principi decidono di non aiutare l'aborto. Ricordo che l'aborto è un'operazione molto cruenta, cosa che non tutti sanno, non scendo in particolari...
Anche scagliarsi contro le obiettrici di coscienza è scagliarsi contro le donne, è entrare nella vita privata di ognuno, è impedire il sano (e giustamente riconosciuto) dissenso.